Il ritratto della ricercatrice italiana più famosa dell’anno che si è appena concluso. Secondo la rivista Nature è stata tra i dieci ricercatori più influenti al mondo, per aver dato un contributo decisivo alla scoperta più importante del 2017 facendo dialogare tra loro il gotha dell’astronomia e della fisica

Marica Branchesi, 40 anni, da Urbino, sposata con due bambini, è tra i dieci scienziati più influenti del 2017, secondo una classifica proposta dalla rivista Nature. E il motivo non è perché è stata un’attenta “early warner”: capace, al primo segnale di cattura di un’onda gravitazionale da parte della collaborazione Ligo/Virgo, il 16 agosto 2017, di far puntare i più diversi tipi di telescopi da parte di 70 diversi team internazionali verso la galassia lenticolare Ngc 4993, a 130 milioni di anni luce da noi, per seguire in diretta due stelle a neutroni si stavano scontrando e fondendo. In quel frangente Marica Branchesi ha dimostrato tutta la sua bravura tecnica. È stata, appunto, una precisa ed efficiente “early warner”. Ma Nature l’ha premiata per ben altro. Perché l’italiana è una straordinaria “merger maker”: una signora capace di realizzare fusioni.

E il riferimento non è (solo) alle due stelle a neutroni che si sono per l’appunto fuse lì nella galassia Ngc 4993 – evento mai osservato prima in diretta dalla comunità scientifica del pianeta Terra – ma a un altro e più profondo capolavoro: aver dato un contributo decisivo a fondere due comunità scientifiche. Come sostiene la sua amica Gabriela González, fisico docente alla Louisiana state university di Baton Rouge, negli Stati Uniti, e in passato portavoce della collaborazione Virgo che detiene l’interferometro per onde gravitazionali di Cascina, nei pressi di Pisa: «Marica è stata la comunicatrice chiave tra astronomi e fisici».

E, in effetti, nel ricostruirne il ritratto Davide Castelvecchi, redattore di Nature, sottolinea…

L’articolo di Pietro Greco prosegue su Left in edicola


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