Birkenhead è una città di quasi centomila abitanti, posta proprio di fronte a Liverpool. Ma, a differenza della vicina metropoli, Birkenhead non ha avuto né i Beatles né una squadra di calcio famosa in tutto il mondo. Tranmere rovers F.c., il nome della squadra di football locale, dice probabilmente qualcosa solo agli appassionati di calcio inglese. E anche il festival musicale che si tiene in città, il Wirral live, non ha il richiamo di altri ben più rinomati. Ciononostante, proprio al Prenton Park, lo stadio della squadra di casa, è nato uno dei cori più “virali” della campagna di Jeremy Corbyn.
Maggio 2017, c’è il festival di musica. Corbyn esce sul palco, malgrado i suoi collaboratori lo abbiano sconsigliato. Temono fischi e un effetto boomerang. Corbyn insiste e «il suo coraggio paga», come ci racconta Lewis Bassett, trentenne organizzatore di Momentum a Lambeth e Southwark (Londra). «A Birkhenhead – prosegue Lewis – è stato scritto un piccolo pezzo di storia del Labour». Mentre Jeremy Corbyn si avvia a concludere il suo breve discorso, infatti, nasce il coro che avrebbe poi caratterizzato tutta la campagna elettorale. Quel «oh, Jeremy Corbyn» che dopo qualche settimana in migliaia e migliaia avrebbero gridato a Glastonbury. Altro festival, altro successo.
Ma chi è che canta il coro, che acclama Corbyn come fosse una rockstar, a Birkenhead come a Glastonbury, a Islington come nel resto del Regno Unito? In grande maggioranza sono giovani, fino a poco tempo fa completamente disillusi. Della politica non ne volevano sapere nulla. Gli anni del “blairismo” prima – di quella third way che in Italia in tanti si ostinano a voler presentare come novità politica – e dei governi Tories (conservatori) poi, avevano contribuito ad allontanare percentuali sempre più ampie di popolazione dalla partecipazione politica.
«Entusiasmo» è la parola che, per farci capire cosa si sia generato in questi ultimi anni in Inghilterra, utilizza Laura Parker. L’abbiamo incontrata…