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A partire dalla firma del decreto Minniti-Orlando sulla immigrazione, abbiamo assistito ad una progressiva perdita di diritti per i richiedenti asilo, per i quali è stata resa più difficile la possibilità di ottenere rifugio e protezione in Italia. Il decreto fu emanato a febbraio 2017 (a novembre gli abbiamo dedicato una lunga copertina, “Razzismo di stato”). Ora, a distanza di un anno, abbiamo chiesto all'avvocato dell'Asgi Antonello Ciervo di tracciare un primo bilancio critico sullo stato di attuazione della legge, a partire dalla articolo puubblicato su Left "Fuggi dalla guerra? Peggio per te".
Ma esiste anche un altro tipo di diritti, i diritti inviolabili dell'uomo di cui si parla nella Costituzione all'articolo 2, diritti che sono stati messi in discussione da un altro articolo, l'81, quello che introduce il pareggio di bilancio, modificato e votato da tutti nel 2012 sotto il governo Monti. Il simbolo – possiamo dire – delle politiche di austerità. Che ora, una legge di iniziativa popolare, vorrebbe modificare. Ne parliamo con Gaetano Azzariti, costituzionalista e professore, che abbiamo intervistato nel numero 8 di Left.
Antonello Ciervo: L'esempio che faccio per spiegare d'impatto la riforma del rito in materia di protezione internazionale apportata dal decreto Minniti Orlando è l'esempio delle sanzioni amministrative. Cioè: se io prendo una multa, ho la possibilità di fare un processo con doppio grado di giudizio e ricorso in Cassazione, ho diritto ad essere ascoltato dal giudice, di far acquisire dal giudice tutta una serie di documenti, testimonianze, posso essere io stesso interrogato dal giudice. E il giudice non si può opporre a questo, a meno che non ritenga queste prove superflue e ininfluenti. È chiaro che tutto questo è un giusto processo che viene applicato nel caso - ad esempio - di una multa stradale, che può ammontare a 90 euro. Mentre, nel caso del nuovo rito in materia di protezione internazionale, siamo di fronte alla abrogazione pressoché totale di tutta una serie di garanzie minime a tutela dei diritti dei richiedenti asilo, e della struttura basica di quello che dovrebbe essere un giusto processo in uno Stato democratico. Ecco, se tutto questo è stato fatto per un nobile motivo, quello di accelerare i tempi della giustizia e snellire le pratica, in realtà tutto questo non serve assolutamente a nulla, perché, come ci ha da poco detto l'Associazione nazionale dei...
Gaetano Azzariti: è un disperato tentativo di riportare con i piedi per terra un dibattito politico alla vigilia delle elezioni, dibattito che mi sembra molto fumoso e campato in aria. Noi assistiamo a vuote parole, a promesse senza fondamento, senza coperture finanziarie. È una politica di rilancio molto "politicistica", nell'accezione peggiore. Vane promesse. I problemi reali sono altri, e più o meno lo sanno tutti, al di là dei fumi della propaganda di questo momento. Uno dei problemi fondamentali è legato alle regole che permettono di realizzare, non dico le promesse, ma programmi politici seri e condivisi. Ora, la questione che poniamo è la scelta, a nostro modo di vedere avventata e inutile, che fu fatta nel 2012 e che impose come è noto una politica economica neoliberista, di equilibri di bilancio, sacrificando i diritti fondamentali che la nostra Costituzione ritiene siano i diritti fondamentali indisponibili a qualsiasi politica economica. Noi vogliamo ricordare che ci sono delle priorità e che, tra i diritti fondamentali e gli equilibri di bilancio, i primi devono prevalere sui secondi, come...
Le interviste proseguono su Left on air, il podcast di approfondimento del numero 8 di Left - RESPINGIAMOLI
A partire dalla firma del decreto Minniti-Orlando sulla immigrazione, abbiamo assistito ad una progressiva perdita di diritti per i richiedenti asilo, per i quali è stata resa più difficile la possibilità di ottenere rifugio e protezione in Italia. Il decreto fu emanato a febbraio 2017 (a novembre gli abbiamo dedicato una lunga copertina, “Razzismo di stato”). Ora, a distanza di un anno, abbiamo chiesto all’avvocato dell’Asgi Antonello Ciervo di tracciare un primo bilancio critico sullo stato di attuazione della legge, a partire dalla articolo puubblicato su Left “Fuggi dalla guerra? Peggio per te”.
Ma esiste anche un altro tipo di diritti, i diritti inviolabili dell’uomo di cui si parla nella Costituzione all’articolo 2, diritti che sono stati messi in discussione da un altro articolo, l’81, quello che introduce il pareggio di bilancio, modificato e votato da tutti nel 2012 sotto il governo Monti. Il simbolo – possiamo dire – delle politiche di austerità. Che ora, una legge di iniziativa popolare, vorrebbe modificare. Ne parliamo con Gaetano Azzariti, costituzionalista e professore, che abbiamo intervistato nel numero 8 di Left.
Antonello Ciervo: L’esempio che faccio per spiegare d’impatto la riforma del rito in materia di protezione internazionale apportata dal decreto Minniti Orlando è l’esempio delle sanzioni amministrative. Cioè: se io prendo una multa, ho la possibilità di fare un processo con doppio grado di giudizio e ricorso in Cassazione, ho diritto ad essere ascoltato dal giudice, di far acquisire dal giudice tutta una serie di documenti, testimonianze, posso essere io stesso interrogato dal giudice. E il giudice non si può opporre a questo, a meno che non ritenga queste prove superflue e ininfluenti. È chiaro che tutto questo è un giusto processo che viene applicato nel caso – ad esempio – di una multa stradale, che può ammontare a 90 euro. Mentre, nel caso del nuovo rito in materia di protezione internazionale, siamo di fronte alla abrogazione pressoché totale di tutta una serie di garanzie minime a tutela dei diritti dei richiedenti asilo, e della struttura basica di quello che dovrebbe essere un giusto processo in uno Stato democratico. Ecco, se tutto questo è stato fatto per un nobile motivo, quello di accelerare i tempi della giustizia e snellire le pratica, in realtà tutto questo non serve assolutamente a nulla, perché, come ci ha da poco detto l’Associazione nazionale dei…
Gaetano Azzariti: è un disperato tentativo di riportare con i piedi per terra un dibattito politico alla vigilia delle elezioni, dibattito che mi sembra molto fumoso e campato in aria. Noi assistiamo a vuote parole, a promesse senza fondamento, senza coperture finanziarie. È una politica di rilancio molto “politicistica”, nell’accezione peggiore. Vane promesse. I problemi reali sono altri, e più o meno lo sanno tutti, al di là dei fumi della propaganda di questo momento. Uno dei problemi fondamentali è legato alle regole che permettono di realizzare, non dico le promesse, ma programmi politici seri e condivisi. Ora, la questione che poniamo è la scelta, a nostro modo di vedere avventata e inutile, che fu fatta nel 2012 e che impose come è noto una politica economica neoliberista, di equilibri di bilancio, sacrificando i diritti fondamentali che la nostra Costituzione ritiene siano i diritti fondamentali indisponibili a qualsiasi politica economica. Noi vogliamo ricordare che ci sono delle priorità e che, tra i diritti fondamentali e gli equilibri di bilancio, i primi devono prevalere sui secondi, come…
Le interviste proseguono su Left on air, il podcast di approfondimento del numero 8 di Left – RESPINGIAMOLI