Dopo l'assassinio del giornalista che indagava sui legami tra la politica e la 'ndrangheta e dopo le dimissioni del premier Fico, le autorità slovacche vogliono costituire un team congiunto. Il terremoto è istituzionale, i cittadini chiedono elezioni anticipate

Bratislava vuole la collaborazione di Roma. Il procuratore generale slovacco ha chiesto alle autorità italiane di creare un team congiunto per le indagini sull’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova. Ieri Jaromir Ciznar ha dichiarato che si aspetta che in questo modo investigare sarà “più sofisticato, effettivo, veloce”.
Dopo la morte di Jan avvenuta il 25 febbraio, la crisi politica scoppiata nel Paese slavo ha portato a manifestazioni di piazza, tensioni politiche e dimissioni, tra cui quelle del premier Robert Fico. Jan, prima di essere assassinato, stava scrivendo dei presunti legami economici tra la politica slovacca, in particolare quella vicina al primo ministro, e della criminalità italiana calabrese, la ‘ndrangheta. Fbi, Scotland Yard, Europol, polizia italiana si occupano dell’omicidio di Jan. Ma la richiesta di ieri in arrivo da Bratislava vuole coinvolgere di più le autorità italiane, più esperte rispetto a quelle slovacche sulle organizzazioni mafiose della penisola.

Venerdì scorso, 16 marzo, migliaia di persone hanno chiesto durante una protesta di piazza elezioni anticipate perché #allforjan, siamo tutti per Jan. Robert Fico ha presentato le sue dimissioni, ma continua a tirare i fili della politica del Paese come capo del partito Smer. Il deputato primo ministro Peter Pellegrini, della sua stessa fazione politica, ha ora proposto al presidente slovacco Andrej Kiska la formazione di un nuovo governo, composto dagli stessi tre partiti che c’erano nel precedente. Come ministro degli interni è stato scelto Jozef Balaz, per sostituire il dimissionario Robert Kalinak. Pellegrini vuole «riportare la calma nel Paese» e «creare un governo che mantenga un chiaro orientamento europeo».

Per l’attivista politico Filip Vagac a Bratislava soffia un vento nuovo. «Le dimissioni non sono sufficienti. Il novembre dell’89 ha portato enormi cambiamenti. Credo che questa situazione farà cominciare un processo ulteriore che cambierà la Slovacchia».