«Richiede indubbiamente coraggio». Così Massimo Fagioli si dichiarò pubblicamente nel 1972 nella premessa alla prima edizione del suo caposaldo teorico Istinto di morte e conoscenza (1972, L’Asino d’oro ed., 2017).
E nella sua lunga vita di uomo generoso e medico rigorosissimo, teorico di un pensiero geniale che capovolge l’ordine delle cose, il coraggio non è mai mancato. Pur consapevole fin dagli inizi che la sua “teoria della nascita”, con l’intrinseca denuncia della violenza del pensiero religioso e della razionalità astratta, avrebbe destato reazioni di odio e rabbia, non si è mai tirato indietro. Pur consapevole che la sua realtà umana, onesta e senza compromessi, avrebbe avuto il caro prezzo della solitudine, non ha mai rinunciato a cercare la naturale bellezza degli esseri umani.
Questo cofanetto che, con altrettanto coraggio, L’Asino d’oro edizioni ci propone nel mese di maggio (contrapponendosi alla stampa prevalente che celebra i 40 anni della cosiddetta riforma Basaglia) è uno spaccato esemplare dell’umanità, della ricchezza artistica, della forza e del coraggio che hanno caratterizzato la vita e il pensiero del suo Autore.
Il titolo sarebbe potuto essere “Poesie d’amore” perché è questo grande sentimento che pervade prepotentemente il libro. Il cofanetto, in uscita il 13 maggio, raccoglie scritti inediti, poesie d’amore, biglietti di auguri, per la maggior parte scritti in corsivo, e talvolta accompagnati da disegni. Scusate la deformazione professionale, ma è come leggere un’enorme radiografia che ci permette di vedere la trama finissima del parenchima sottostante, la realtà profonda che si nascondeva sotto l’aspetto, a volte duro, dello scienziato e del medico che non può concedersi distrazioni o lasciarsi andare a sentimentalismi compassionevoli.
In questo cofanetto è racchiuso l’amore con la A maiuscola, se cosi si può dire. Quel sentimento potentissimo, capace di far sentire leggeri come libellule ed al tempo stesso pieni e realizzati. Identità e realizzazione dell’altro sono i due cardini dell’amore per Fagioli e l’editore ce lo propone nelle sue varie declinazioni : si legge dell’amore infinito per le nipotine che crescono ed impareranno presto a leggere, dell’amore per i figli e le figlie, con spaccati di vita passata e delle conquiste fatte insieme, e si legge dell’amore adulto, quell’amore sconfinato per le donne, sempre difese a fronte degli insulti continui e ripetuti da parte della storia e della cultura.
E come tutte le cose artistiche anche queste poesie si rivolgono ad immagini che, oltrepassando lo stimolo reale, diventano subito un linguaggio universale:
Collage verde e nero
e rosso e azzurro
sono la luce dei miei occhi
che si perdono e vaneggiano
quando compari, intera, bella
nel vano della porta
con la luce dietro che ti disegna
come una figura che appare
a chi sta morendo.
La ricerca di un’immagine femminile, altrettanto poetica, che corrisponda alla sua realtà umana, è un’esigenza vitale per l’autore; la ricerca di una dialettica irrazionale sempre trasformativa, di un rapporto profondo e sincero, «di una bellezza che non lascia scampo» si delinea come un’esigenza che viene da dentro.
E in queste tante pagine, una dietro l’altra, composte come se fossero quadri, si può leggere l’impeto, la forza, la passione dell’uomo scrittore; una strana composizione tra solitudine nel comporre la scrittura e rapporto profondo con l’altro come stimolo per farlo.
Non si immagini Fagioli poeta come Leopardi o Montale che, rimasti soli nelle proprie stanze, si mettevano a scrivere poesie. L’autore scriveva le sue poesie per gli altri ed in mezzo agli altri, pur sentendosi completamente solo nell’atto della scrittura, quando la linea usciva dalla penna.
«Parole silenziose perché scritte e non dette, evocano libere immagini mentali personali in ciascuno che legge. Creatori di immagine nella mente degli altri, i segni scritti immobili e inerti danno vita alla mente allorché non vengano soltanto percepiti, ma letti» scriveva Fagioli in “Se avessi disegnato una donna”.
Nonostante non ci sia un ordine temporale nella proposizione di questi scritti, il tempo scorre veloce a partire dagli anni 70 ai nostri giorni, rimbalzando tra passato remoto e passato prossimo, tra vicino e lontano, girando intorno ad una presenza impalpabile, un’immagine femminile senza precedenti, un rimbalzo tra sogno e realtà: dal 1970 in poi, dalla stesura di Istinto di morte e conoscenza, la vita dello scrittore non è stata più la stessa. Era venuta fuori una realtà incancellabile: la scoperta della fantasia di sparizione alla nascita. Da lì a pochi anni si sarebbe creata spontaneamente una massa di persone che andavano cercando risposte sulla malattia mentale ed una cura mai pensata possibile; ed una donna nel 1976 lanciò la sfida tuonando: «Ho fatto un sogno».
L’Analisi collettiva, realtà di psicoterapia di un grande gruppo composto da molti uomini e molte donne, si propose in verità sempre all’autore come immagine di donna: mutevole, mai fissa, curiosa, geniale nel suo coraggio, irrazionale nel rapporto di cura talvolta violento, ribelle e rivoluzionaria perché infrangeva le regole del sapere millenario che impone il pensiero razionale e condanna il mondo dei sogni.
Questa realtà, che è stata essa stessa poesia, la percepiamo come una presenza costante tra le tante righe scritte, un rapporto con un’immagine ideale di donna che doveva corrispondere nel sonno e nella veglia al suo primo anno di vita, fondamenta del mondo non cosciente.
«Che cosa scriviamo? Che è una storia diversa una storia d’amore». Chissà se l’editore, che ha lasciato le pagine libere le une dalle altre, non rilegate nel classico libro, perché ognuno potesse scegliere la propria, abbia voluto intenzionalmente riproporci un’immagine artistica complessiva fatta da tante singole realtà.
*
Sabato 15 settembre 2018 il libro Poesia di Massimo Fagioli (L’Asino d’oro edizioni) sarà presentato a Roma (libreria Feltrinelli, via Appia Nuova, ore 18). Intervengono: Sergio Benedetti, Veronica Cardinali, Cecilia Iannaco e Massimo Ponti.
L’articolo di Elena Pappagallo è stato pubblicato su Left n.19 dell’11 maggio 2018
Il libro Poesia di Massimo Fagioli viene presentato al Salone del libro di Torino domenica 13 maggio (ore 15). Con Federico Masini, Cecilia Napoli, Chiara Ragucci e Ugo Tonietti.