Anche il Partito democratico, probabilmente, inizia a comprendere che incenerire i rifiuti è una pratica costosa, inutile e dannosa. Lo si deduce dalle due proposte di legge depositate in Regione Toscana, per introdurre l’economia sostenibile tra i principi fondanti dello Statuto regionale, che riguarda anche la gestione dei rifiuti. Ma, nel frattempo, l'amministrazione comunale fiorentina non si sbilancia sul tema dell'inceneritore che dovrebbe sorgere presso Case Passerini, a nord di Firenze: l'assessore all'Ambiente Alessia Bettini ribadisce che il Comune si pronuncerà solo quando la Regione presenterà un piano di gestione dei rifiuti alternativo, con la relativa analisi dei costi. Cercherò di suggerire al Pd fiorentino elementi di riflessione sugli inceneritori, che vadano oltre alle valutazioni meramente economiche, considerando gli impatti sanitari e ambientali. L'altolà del Tar su Sblocca Italia e piano inceneritori In questi anni in Palazzo Vecchio la maggioranza è rimasta sorda, anche davanti alle numerose evidenze scientifiche, rispetto alle probabili ricadute per il territorio, l’allevamento, l’agricoltura e la popolazione. Anzi, per contro, aveva accolto con gioia il cosiddetto Sblocca Italia, con cui il governo pensava di imporre la costruzione di nuovi inceneritori su tutto il territorio nazionale. Il pronunciamento del Tar del Lazio, lo scorso 26 aprile, che ha accolto il ricorso del Forum ambientalista e delle Mamme no inceneritore, curato dall’avvocato Claudio Tamburini, storico rappresentante dei Comitati della Piana, apre nuovi scenari. Viene, infatti, sospeso il giudizio contro il Decreto del presidente del Consiglio dell’agosto 2014, che individuava la capacità complessiva di trattamento degli inceneritori, in attuazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia. Il Tar, inoltre, rimanda alla Corte di Giustizia europea la decisione in merito al mancato rispetto dei principi di tutela ambientale. [caption id="attachment_119013" align="aligncenter" width="1024"] Presidio delle Mamme no inceneritore, presso la Procura della Corte dei conti, Firenze, 24 maggio 2018. Clicca sulla foto per vedere il video della manifestazione[/caption] Una sentenza che va inquadrata anche in base alle ultime considerazioni sia ambientali, che di carattere economico della Commissione europea (si veda la comunicazione ufficiale del 21 gennaio 2017 “The role of waste-to-energy in the circular economy”), che suggerisce ai Paesi che come l'Italia hanno molti inceneritori di: adottare una tassazione sull’incenerimento; terminare i sussidi agli inceneritori; mettere in atto una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori; spegnere progressivamente quelli esistenti. Vi è un forte mandato alla Banca europea per gli investimenti (Bei) ai Paesi membri di rivedere i rispettivi finanziamenti: ridurre le quote destinate all’incenerimento e aumentare quelle per i più alti livelli della gerarchia di gestione dei rifiuti (riduzione, riutilizzo e recupero, riciclo), in coerenza col Pacchetto dell’economia circolare del 2 dicembre 2015. L'impatto ambientale, e le emissioni di sostanze cancerogene Per inquadrare le conseguenze della combustione dei rifiuti va ricordato che circa un terzo in peso dei rifiuti in entrata si ritrova a fine ciclo in forma di ceneri, ma «niente si crea né si distrugge, tutto si trasforma», così la parte della materia che non si ritrova in uscita viene emessa nel corso del processo. Le emissioni anche dei nuovi impianti d’incenerimento, sono composte da sostanze cancerogene, come le diossine, il cadmio, il particolato ultrasottile, che non hanno una vera soglia di sicurezza e hanno un effetto nocivo anche a livelli minimi di esposizione. Sono persistenti, non biodegradabili, bioaccumulabili (diossine, furani, PCB, metalli pesanti) e determinano l'accumulo di sostanze tossiche negli esseri viventi e nella catena alimentare. Infatti, per il nuovo inceneritore fiorentino sarebbe previsto un monitoraggio per le ricadute sulla popolazione, l’allevamento e le coltivazioni. Nonostante questo s’ignora la “finestra espositiva” cioè il momento in cui la sostanza agisce, che ne determina la pericolosità, da qui la particolare vulnerabilità della gravidanza, delle prime fasi dello sviluppo fetale e la prima fase extrauterina, cruciali per determinare lo stato complessivo di salute da adulti, con effetti sugli gli interferenti endocrini (Ie), che sono una delle nuove emergenze sanitarie, visto che le sostanze inquinanti, emesse anche dagli inceneritori, come le diossine a basse dosi, certi metalli pesanti come il cadmio, gli Ipa, sono capaci di interagire con il nostro sistema endocrino alterandone le funzioni. In Toscana, inoltre, il PM 2,5 è sempre sopra il limite guida Oms da 9 anni. E l'impatto dell'inceneritore di Case Passerini non aiuterebbe certo a migliorare la situazione. «Entro i limiti di legge» non vuol dire sicuro per la salute Purtroppo con la direttiva europea n. 50 del 2008 recepita dal decreto legislativo 155 del 2010 l’inquinamento risulta spesso «entro i limiti di legge», ma i limiti health based, quelli che salvaguardano la salute pubblica, sono quelli dell’Oms e rappresentano la soglia al di sopra della quale cominciano a manifestarsi effetti negativi per la salute umana, Inquinare entro i “limiti di legge” non tutela la salute pubblica, come evidenzia dottore Gianluca Garetti, Vicepresidente nazionale di Medicina democratica, con i suoi numerosi articoli pubblicati da perUnaltracittà. A tutela della salute pubblica si dovrebbe avere il coraggio politico di una moratoria dell’uso dei limiti del decreto 155. I valori guida dell’Oms, hanno evidenziato che in tutte le grandi città italiane, Firenze compresa, la quantità di polveri sottili è maggiore rispetto a quella suggerita: questo ha comportato l’apertura di una procedura di infrazione (la numero 2043 del 2015) da parte della Comunità europea per il mancato rispetto dei limiti di Pm10 e No2. È indispensabile una revisione delle linee guida per il particolato. Difatti, il Consiglio europeo ha previsto nuovi limiti alle emissioni nazionali con previsione di riduzione dei massimi consentiti in due step (a partire dal 2020 e dal 2030) per il PM2,5 ed i principali precursori del particolato secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca), che dovranno essere adottati a breve dagli stati membri. Se si rispettassero i limiti guida dell’Oms, secondo l'Agenzia europea per l’ambiente, le morti premature si ridurrebbero di circa un terzo. Bruciare i rifiuti è antieconomico Si può concludere che la pratica di incenerire i rifiuti è dannosa, ma va aggiunto che è anche anti economica. Secondo i dati della Epa a parità di materiale l’energia risparmiata con il riciclo è da due a sei volte superiore a quella recuperata con l’incenerimento. Inoltre, una volta costruiti, devono essere alimentati per decine di anni con grandissime quantità di rifiuti, impedendo riduzione, riuso e riciclo dei materiali. Gli inceneritori sono finanziati ogni anno da tutti noi con la bolletta elettrica e questo trasforma l’incenerimento in un ottimo investimento per i gestori, ma non certo per la salute e l’occupazione. Tali impienti, inoltre, non eliminano il problema delle discariche: nonostante la diminuzione di volume dei rifiuti prodotti, il destino delle ceneri e di altri rifiuti tossici prodotti da un inceneritore è comunque lo smaltimento in discarica per rifiuti speciali. Infine, sotto l’aspetto occupazionale la costruzione e l’esercizio di un impianto determina un livello occupazionale inferiore al personale impiegato nelle industrie del riciclaggio dei materiali. +++ULTIMORA+++ Nelle prime ore del pomeriggio del 24 maggio, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar. Il tribunale amministrativo regionale della Toscana, alla fine del 2016 (si tratta di un pronunciamento diverso rispetto a quello del Tar del Lazio, di cui si rende conto nell'articolo), aveva annullato l'autorizzazione per la costruzione del termovalorizzatore di Case Passerini, confermando che il nulla osta sarebbe potuto arrivare solo in caso di rispetto del progetto iniziale. Il quale, lo ricordiamo, comprendeva la realizzazione di un parco nella Piana fiorentina, a titolo di compensazione. Miriam Amato è consigliera comunale di Firenze di Potere al Popolo

Anche il Partito democratico, probabilmente, inizia a comprendere che incenerire i rifiuti è una pratica costosa, inutile e dannosa. Lo si deduce dalle due proposte di legge depositate in Regione Toscana, per introdurre l’economia sostenibile tra i principi fondanti dello Statuto regionale, che riguarda anche la gestione dei rifiuti. Ma, nel frattempo, l’amministrazione comunale fiorentina non si sbilancia sul tema dell’inceneritore che dovrebbe sorgere presso Case Passerini, a nord di Firenze: l’assessore all’Ambiente Alessia Bettini ribadisce che il Comune si pronuncerà solo quando la Regione presenterà un piano di gestione dei rifiuti alternativo, con la relativa analisi dei costi.

Cercherò di suggerire al Pd fiorentino elementi di riflessione sugli inceneritori, che vadano oltre alle valutazioni meramente economiche, considerando gli impatti sanitari e ambientali.

L’altolà del Tar su Sblocca Italia e piano inceneritori
In questi anni in Palazzo Vecchio la maggioranza è rimasta sorda, anche davanti alle numerose evidenze scientifiche, rispetto alle probabili ricadute per il territorio, l’allevamento, l’agricoltura e la popolazione. Anzi, per contro, aveva accolto con gioia il cosiddetto Sblocca Italia, con cui il governo pensava di imporre la costruzione di nuovi inceneritori su tutto il territorio nazionale.

Il pronunciamento del Tar del Lazio, lo scorso 26 aprile, che ha accolto il ricorso del Forum ambientalista e delle Mamme no inceneritore, curato dall’avvocato Claudio Tamburini, storico rappresentante dei Comitati della Piana, apre nuovi scenari. Viene, infatti, sospeso il giudizio contro il Decreto del presidente del Consiglio dell’agosto 2014, che individuava la capacità complessiva di trattamento degli inceneritori, in attuazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia. Il Tar, inoltre, rimanda alla Corte di Giustizia europea la decisione in merito al mancato rispetto dei principi di tutela ambientale.

Presidio delle Mamme no inceneritore, presso la Procura della Corte dei conti, Firenze, 24 maggio 2018. Clicca sulla foto per vedere il video della manifestazione

Una sentenza che va inquadrata anche in base alle ultime considerazioni sia ambientali, che di carattere economico della Commissione europea (si veda la comunicazione ufficiale del 21 gennaio 2017 “The role of waste-to-energy in the circular economy”), che suggerisce ai Paesi che come l’Italia hanno molti inceneritori di: adottare una tassazione sull’incenerimento; terminare i sussidi agli inceneritori; mettere in atto una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori; spegnere progressivamente quelli esistenti. Vi è un forte mandato alla Banca europea per gli investimenti (Bei) ai Paesi membri di rivedere i rispettivi finanziamenti: ridurre le quote destinate all’incenerimento e aumentare quelle per i più alti livelli della gerarchia di gestione dei rifiuti (riduzione, riutilizzo e recupero, riciclo), in coerenza col Pacchetto dell’economia circolare del 2 dicembre 2015.

L’impatto ambientale, e le emissioni di sostanze cancerogene
Per inquadrare le conseguenze della combustione dei rifiuti va ricordato che circa un terzo in peso dei rifiuti in entrata si ritrova a fine ciclo in forma di ceneri, ma «niente si crea né si distrugge, tutto si trasforma», così la parte della materia che non si ritrova in uscita viene emessa nel corso del processo.

Le emissioni anche dei nuovi impianti d’incenerimento, sono composte da sostanze cancerogene, come le diossine, il cadmio, il particolato ultrasottile, che non hanno una vera soglia di sicurezza e hanno un effetto nocivo anche a livelli minimi di esposizione. Sono persistenti, non biodegradabili, bioaccumulabili (diossine, furani, PCB, metalli pesanti) e determinano l’accumulo di sostanze tossiche negli esseri viventi e nella catena alimentare. Infatti, per il nuovo inceneritore fiorentino sarebbe previsto un monitoraggio per le ricadute sulla popolazione, l’allevamento e le coltivazioni.

Nonostante questo s’ignora la “finestra espositiva” cioè il momento in cui la sostanza agisce, che ne determina la pericolosità, da qui la particolare vulnerabilità della gravidanza, delle prime fasi dello sviluppo fetale e la prima fase extrauterina, cruciali per determinare lo stato complessivo di salute da adulti, con effetti sugli gli interferenti endocrini (Ie), che sono una delle nuove emergenze sanitarie, visto che le sostanze inquinanti, emesse anche dagli inceneritori, come le diossine a basse dosi, certi metalli pesanti come il cadmio, gli Ipa, sono capaci di interagire con il nostro sistema endocrino alterandone le funzioni. In Toscana, inoltre, il PM 2,5 è sempre sopra il limite guida Oms da 9 anni. E l’impatto dell’inceneritore di Case Passerini non aiuterebbe certo a migliorare la situazione.

«Entro i limiti di legge» non vuol dire sicuro per la salute
Purtroppo con la direttiva europea n. 50 del 2008 recepita dal decreto legislativo 155 del 2010 l’inquinamento risulta spesso «entro i limiti di legge», ma i limiti health based, quelli che salvaguardano la salute pubblica, sono quelli dell’Oms e rappresentano la soglia al di sopra della quale cominciano a manifestarsi effetti negativi per la salute umana,

Inquinare entro i “limiti di legge” non tutela la salute pubblica, come evidenzia dottore Gianluca Garetti, Vicepresidente nazionale di Medicina democratica, con i suoi numerosi articoli pubblicati da perUnaltracittà. A tutela della salute pubblica si dovrebbe avere il coraggio politico di una moratoria dell’uso dei limiti del decreto 155.

I valori guida dell’Oms, hanno evidenziato che in tutte le grandi città italiane, Firenze compresa, la quantità di polveri sottili è maggiore rispetto a quella suggerita: questo ha comportato l’apertura di una procedura di infrazione (la numero 2043 del 2015) da parte della Comunità europea per il mancato rispetto dei limiti di Pm10 e No2.

È indispensabile una revisione delle linee guida per il particolato. Difatti, il Consiglio europeo ha previsto nuovi limiti alle emissioni nazionali con previsione di riduzione dei massimi consentiti in due step (a partire dal 2020 e dal 2030) per il PM2,5 ed i principali precursori del particolato secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca), che dovranno essere adottati a breve dagli stati membri. Se si rispettassero i limiti guida dell’Oms, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, le morti premature si ridurrebbero di circa un terzo.

Bruciare i rifiuti è antieconomico
Si può concludere che la pratica di incenerire i rifiuti è dannosa, ma va aggiunto che è anche anti economica. Secondo i dati della Epa a parità di materiale l’energia risparmiata con il riciclo è da due a sei volte superiore a quella recuperata con l’incenerimento. Inoltre, una volta costruiti, devono essere alimentati per decine di anni con grandissime quantità di rifiuti, impedendo riduzione, riuso e riciclo dei materiali.

Gli inceneritori sono finanziati ogni anno da tutti noi con la bolletta elettrica e questo trasforma l’incenerimento in un ottimo investimento per i gestori, ma non certo per la salute e l’occupazione. Tali impienti, inoltre, non eliminano il problema delle discariche: nonostante la diminuzione di volume dei rifiuti prodotti, il destino delle ceneri e di altri rifiuti tossici prodotti da un inceneritore è comunque lo smaltimento in discarica per rifiuti speciali. Infine, sotto l’aspetto occupazionale la costruzione e l’esercizio di un impianto determina un livello occupazionale inferiore al personale impiegato nelle industrie del riciclaggio dei materiali.

+++ULTIMORA+++
Nelle prime ore del pomeriggio del 24 maggio, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar. Il tribunale amministrativo regionale della Toscana, alla fine del 2016 (si tratta di un pronunciamento diverso rispetto a quello del Tar del Lazio, di cui si rende conto nell’articolo), aveva annullato l’autorizzazione per la costruzione del termovalorizzatore di Case Passerini, confermando che il nulla osta sarebbe potuto arrivare solo in caso di rispetto del progetto iniziale. Il quale, lo ricordiamo, comprendeva la realizzazione di un parco nella Piana fiorentina, a titolo di compensazione.

Miriam Amato è consigliera comunale di Firenze di Potere al Popolo