Curare la xenofobia con un ormone? Fa discutere la proposta del filosofo Corbellini il quale sostiene che il razzismo sia un tratto inscritto nel Dna delle persone e quindi congenito. Ma è un falso assoluto che si smaschera anche solo osservando che nessun bambino avversa un altro perché ha la pelle di un diverso colore

Il filosofo ed epistemologo del Cnr Gilberto Corbellini ha scritto un articolo su wired.it, in cui propone di combattere il razzismo con la somministrazione di ossitocina, il cosiddetto ormone dell’amore e dell’altruismo.
La tesi è la seguente: siamo tutti razzisti, perché la xenofobia è un tratto genetico presente in ognuno, e con proprie strutture nervose. Quindi non c’è nessuna possibilità di liberarsene, ma soltanto di controllarla con l’educazione e potenziando gli antagonisti circuiti neurologici dell’altruismo con l’utilizzo di una sostanza, l’ossitocina, che ne sarebbe coinvolta. Il razzismo inoltre non sarebbe neppure qualcosa di totalmente negativo in quanto, se da un lato stimola l’odio per gli altri, dall’altro aumenterebbe l’amore verso amici, parenti e i membri del proprio gruppo. Un primo effetto di questo articolo è stato quello di fornire un assist alla propaganda del ministro dell’Interno, che ha prontamente twittato per denunciare l’idea, di «qualche “scienziato”», di drogare gli italiani «per accogliere meglio gli immigrati clandestini e fare donazioni».
Mi sembra necessario fare un po’ di chiarezza.
1) l’ossitocina non è l’ormone dell’amore, ma un ormone prodotto dall’ipotalamo, le cui azioni note sono principalmente di indurre la contrazione della muscolatura dell’utero (per favorire il travaglio e il parto) e delle ghiandole mammarie (e quindi la fuoriuscita del latte in risposta allo stimolo della suzione). In medicina l’ossitocina sintetica viene somministrata infatti per…

L’articolo dello psichiatra e psicoterapeuta Luca Giorgini prosegue su Left in edicola


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