A Monfalcone, figli di immigrati di 3-5 anni non possono frequentare la scuola vicino casa. Un divieto imposto da dirigenti scolastici e sindaco leghista. La Flc Cgil presenta un esposto alla Procura e all’Unar. Se ne parla mercoledì 29 agosto a Monfalcone con Stefano Galieni, Marco Barone, Cristiana Morsolin e Adriano Zonta

Monfalcone, 28 mila abitanti in provincia di Gorizia e sede del grande complesso Fincantieri. Lì vengono varate grandi navi da crociera, attività che è almeno in parte riuscita a reggere la crisi. Nei cantieri lavorano operai giunti dal Bangladesh e da tanti altri Paesi, che hanno modificato la composizione sociale del territorio. Il 22% degli abitanti sono cittadini stranieri regolarmente residenti, molti hanno famiglia e il 56% dei minori sono loro figli, che finora hanno frequentato regolarmente le scuole. L’incremento demografico ha determinato che il “punto nascite”, il reparto sanitario in cui si seguono le gravidanze fino al parto, è ancora aperto, mentre nel capoluogo Gorizia è chiuso. A tre anni, bambini e bambine dovrebbero iniziare a frequentare la scuola materna e come ogni anno, nel gennaio scorso, si sono cominciate a definire le sezioni presso i comprensori scolastici, ma a giugno è giunta la “sorpresa”. I dirigenti scolastici di due istituti hanno sottoscritto un protocollo, alla presenza del dirigente scolastico regionale, con cui si determina l’applicazione di una circolare del ministro Gelmini (2010), per cui i “bambini stranieri” non possono costituire più del 45% dell’intera classe. La sindaca della Lega, Anna Maria Cisint ha sottoscritto il protocollo, che ha quindi valore retroattivo. Così accade che 79 bambini, quasi tutti nati in Italia da genitori del Bangladesh, sono stati esclusi. Alle proteste di genitori, associazioni, sindacati, forze politiche ecc. la sindaca ha fornito diverse risposte. Dal “ci pensi Fincantieri” a “li mandiamo nei comuni limitrofi”. Ma anche questa soluzione è stata cassata dalla scarsa disponibilità dei comuni limitrofi. Buon senso vorrebbe che per bambini così piccoli la scuola materna resti “di prossimità”. Basterebbe aprire due o tre classi, assumere altri insegnanti e garantire a tutti questo servizio ma, anche con l’appoggio dell’onnipresente Salvini, la sindaca si è dichiarata pronta a garantire, a spese del Comune, un servizio convenzionato di taxi per raggiungere i bambini inseriti in comuni più lontani, piuttosto che intasare le scuole cittadine. È la risposta leghista alle famiglie “italiane”, che….

L’articolo è tratto dal numero di Left in edicola


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Mercoledì 29 agosto alle ore 19, a Monfalcone (presso “Osteria Contemporanea Brocante” di viale San Marco 44) la presentazione del n. 34 del settimanale Left che in primo piano riporta articoli riguardanti la tragedia di Genova e un’inchiesta sulla scuola in Italia con un articolo dal titolo “L’asilo che rifiuta i bambini” riguardante la vicenda del protocollo d’intesa tra il sindaco di Monfalcone Cisint ed i dirigenti scolastici che ha comportato l’esclusione dalla frequenza di 76 alunni stranieri residenti nella città dei cantieri.dalla Scuola dell’Infanzia. All’iniziativa interviene il giornalista ed autore dell’articolo di Left Stefano Galieni che sul tema della scuola, in primo piano nel settimanale in edicola da sabato 24 agosto, si confronterà, in un momento di dibattito, con il segretario regionale della Flc Cgil Adriano Zonta, la consigliera comunale di La Sinistra di Monfalcone Cristiana Morsolin e l’avvocato blogger Marco Barone . L’iniziativa è promossa dalla Federazione di Gorizia del Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea in collaborazione con La Sinistra di Monfalcone