La petizione è stata lanciata da un gruppo di docenti e studiosi, primo firmatario Gianfranco Viesti, professore di economia dell’Università di Bari. Al momento in cui scriviamo ha raggiunto le diecimila firme. Si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai parlamentari e a tutti i cittadini italiani. Ed è piuttosto allarmata. Perché, è scritto: «Il Veneto, la Lombardia e sulla loro scia altre undici Regioni si sono attivate per ottenere maggiori poteri e risorse. Su maggiori poteri alle Regioni si possono avere le opinioni più diverse. Ma nei giorni scorsi è stata formalizzata dal Veneto (e in misura più sfumata dalla Lombardia) una richiesta che non è estremo definire eversiva, secessionista». Un tentativo di secessione silenziosa, da contrastare.
Perché, professor Viesti?
Vede, la Costituzione italiana si fonda sull’uguaglianza dei cittadini. E su un principio di solidarietà fra i cittadini che prende forma con la tassazione progressiva. La fiscalità generale serve ad assicurare alcuni servizi fondamentali – la difesa, la sicurezza, la sanità, l’istruzione – a tutti, a prescindere dal loro reddito e dal luogo di residenza. Ebbene, l’iniziativa del Veneto e della Lombardia mette in discussione l’eguaglianza nei diritti di cittadinanza. Contro lo spirito della Costituzione. Un grande tema politico.
Non è una sorpresa.
Io non sono sorpreso dall’atteggiamento della Lega, che guida quelle due regioni ed è nella maggioranza di governo. La Lega si muove con coerenza. La sua è una politica miope ma coerente: per una parte del Paese contro l’altra. Quello che mi sorprende è…
Il partito di Salvini si muove con coerenza per mettere una parte del Paese contro l’altra avverte l’economista Gianfranco Viesti. «Possiamo competere con i potenti solo con un’Italia forte, in tutte le sue regioni, e inserita in un’Europa molto più coesa di quella di oggi»