Da ieri Verona è ufficialmente “città a favore della vita”: in consiglio comunale è passata la mozione 434 pensata per il quarantesimo anniversario della legge 194.
Un conato di oscurantismo e caccia alle streghe che in sostanza decide di finanziare con soldi pubblici alcune associazioni cattoliche (a scopo di lucro) che si battono contro l’aborto. Una mozione che segna di fatto un ritorno al medioevo, sia per come è stata pensata e scritta e sia per il suo senso politico: si basa su fonti più che discutibili (come quella sugli aborti clandestini che essendo clandestini viene difficile pensare che sia possibile quantificare) fino al riferimento all’interruzione di gravidanza come pratica contraccettiva passando per le “uccisioni nascoste prodotte dalle pillole abortive”.
Un testo immondo (lo trovate qui) che non vale nemmeno la pena citare troppo, rischiando di portarlo in superficie.
Non stupisce però che tutto questo accada a Verona: la patria di Tosi e dei fascismi di ritorno già da tempo ha inforcato la strada della negazione dei diritti come tratto distintivo. Chi non sa immaginarne di nuovi del resto non ha di meglio da fare che farsi notare togliendo i diritti esistenti.
Non stupisce nemmeno che la mozione sia passata: la destra anche a Verona va a gonfie vele.
Alla mozione si è opposta la declinazione locale del movimento Non una di meno. Hanno provato in tutti i modi (leciti) a parlarne e farne parlare.
Da fuori verrebbe da pensare che anche questa battaglia, seppur locale, possa essere un’occasione per l’opposizione.
L’opposizione. Già.
La capogruppo del partito democratico Carla Padovani (quella che nel 2012 era uscita dal Pd per andare nell’Udc perché in disaccordo con le unioni civili per poi tornarci) ha votato a favore.
Scrive Non Una di Meno Verona: “Inoltre la maggioranza ha cercato, senza successo, di far mettere all’ordine del giorno l’altra mozione che prevede la sepoltura automatica dei feti abortiti anche contro la volontà della donna coinvolta”.
Ma non preoccupatevi: c’è tempo per scivolare verso l’abisso.
Buon venerdì.