«Le aziende farmaceutiche semplicemente non considerano una priorità i bambini con l’Hiv, costringendoci a utilizzare trattamenti obsoleti e subottimali, il che rende più difficile per i nostri piccoli pazienti seguire il trattamento e rispettarne l’adesione». A lanciare la denuncia è Ruggero Giuliani, medico infettivologo e vicepresidente di Medici senza frontiere. L’organizzazione umanitaria, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids (che si celebra ogni anno l’1 dicembre, da quando fu concepita nel 1988, ndr), muove una forte critica rispetto all’operato delle case farmaceutiche, colpevoli di ritardi e di una mancata elaborazione di formulazioni adeguate per la cura di bambini e bambine. Che si ripercuotono, in particolare, su chi fra di loro vive in Paesi in via di sviluppo.
La copertura terapeutica tra i bambini malati di Hiv è assai bassa: solamente il 52% dei bambini sieropositivi hanno ricevuto un trattamento durante il 2017 (dati Msf). E la metà di loro continua a ricevere regimi subottimali, rischiando di incappare in effetti collaterali come resistenza e fallimento della cura.
«La crescente resistenza ai farmaci antiretrovirali esistenti nei Paesi dell’Africa sub-sahariana – prosegue Giuliani – fa sì che i trattamenti più vecchi potrebbero non funzionare nei neonati e nei bambini che invece hanno urgente bisogno di migliori opzioni di trattamento». «Per quanto tempo i bambini sieropositivi dovranno continuare a soffrire o morire a causa di questa indifferenza?», si domanda il medico.
Poiché il mercato dei farmaci pediatrici è limitato, questi non hanno rappresentato una priorità per le multinazionali farmaceutiche, argomenta Medici senza frontiere in una nota.
«I bambini hanno bisogno di avere accesso ai farmaci migliori e più affidabili possibili, dato che hanno bisogno di portare avanti la terapia per l’HIV per tutta la vita», dichiara la farmacista esperta di Hiv della Campagna per l’accesso ai farmaci di Msf. «Le multinazionali farmaceutiche – prosegue – dovrebbero intraprendere un’azione concertata per salvare più giovani vite e porre un freno a questa politica di progressive dilazioni».
Nove bambini sieropositivi su dieci abitano in Africa sub-sahariana, e i tassi di resistenza ai medicinali antiretrovirali in circolazione – come nevirapina e efavirenz – sono alti. Anche per questo, il tasso di mortalità rimane elevato, in particolare tra i primi quattro anni di vita. Nello scorso anno le patologie legate all’Aids hanno ucciso 110 mila bambini nel mondo (dati Msf).
Sempre in occasione della Giornata mondiale dedicata a fare luce su questa malattia, l’Osservatorio Aids – Aids Diritti Salute ha lanciato una campagna di sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica. Il suo nome è “Aids, Tubercolosi e Malaria: fatti e stereotipi”. Stiamo parlando di alcuni video, che cercano di sfatare i luoghi comuni più diffusi circa queste patologie, per agire nella direzione di sconfiggere le epidemie.
Sebbene in Italia l’incidenza dell’Aids è in lieve e costante calo negli ultimi tre anni, è il secondo Paese per incidenza in Europa occidentale, ribadisce l’Osservatorio con un comunicato. Il Fondo globale, un partenariato tra governi, società civile, privati e persone ammalate di Aids, tubercolosi e malaria, dal 2002 sostiene e favorisce le cure nei territori più bisognosi, con un investimento di circa 4 miliardi di dollari l’anno. L’Italia sarà chiamata nell’ottobre 2019 a pronunciarsi sul proprio impegno finanziario nel triennio 2020-2022.