È interessante riflettere su quello che pensa la dottrina cattolica e più in generale quella cristiana sull’essere umano.

All’origine c’è il peccato originale. Che è una colpa che non riguarda specificatamente il singolo individuo ma in qualche modo tutta la specie umana e che è da attribuire al peccato compiuto da Eva nel paradiso terrestre.

Nel cogliere il frutto della conoscenza, la mela, ciò che avrebbe permesso all’essere umano di distinguere il bene dal male, essa ha compiuto un peccato imperdonabile condannando l’intera umanità ad espiare tale colpa.

L’essere umano allora sarebbe un essere che nella misura in cui sceglie e soprattutto vede e distingue tra ciò che è bene e ciò che male, ovvero tra ciò che vuole e ciò che non vuole, esercita quel “potere” che gli avrebbe dato Eva compiendo il peccato originale.

Il potere di vedere se una cosa ci piace o non ci piace. Ma anche il potere di distinguere se una persona ci piace oppure no. Ancora più estensivamente si può pensare che questo “mi piace” può avere un significato di desiderio sessuale che vede e decide.

Il peccato originale viene eliminato dal battesimo. La persona battezzata è “ripulita”, emendata dal peccato originale e può entrare a far parte della comunità religiosa.

Gli appartenenti alla comunità religiosa devono quindi rinunciare a quel potere di vedere e sapere.

Devono rinunciare al potere di decidere.

In un certo senso il cristiano accetta l’idea che non esiste scelta e non esiste Io umano.

Non esiste possibilità di esprimere una creatività, un pensiero che venga da dentro di sé. Se esiste quel pensiero non potrà che essere espressione della divinità.

Anche l’amore per l’altro essere umano del e per il bambino appena nato non sarebbe altro che espressione dell’amore di Dio.

L’esistenza del singolo e di qualunque sua attività viene svuotata di significato per essere poi riempita del nulla di un’attività ed esistenza di Dio che sarebbe motore e origine di ogni realtà e pensiero umano.

Gli esseri umani sarebbero dei fantocci di stoffa, senza identità e senza affetti.

In effetti la vita umana non ha alcun valore per il cristiano se non come riflesso dell’esistenza di Dio. Ed in effetti il rispetto per la vita umana del cristiano significa rispetto di Dio perché l’essere umano, in effetti, non ha alcun valore.

La nostra intera vita sarebbe solo apparenza. Un essere che riflette soltanto un’esistenza più autentica che sarebbe quella di Dio, unico e vero essere.

In fondo quelli appena detti sono ragionamenti molto semplici.

Non dovrebbe essere difficile comprenderli e comprendere che la dottrina cristiana è incompatibile con qualunque idea politica che miri alla realizzazione umana.

Che senso avrebbe infatti la realtà umana se l’unica verità sarebbe quella di essere fondamentalmente dei riflessi di Dio che si aggirano per il mondo ?

È quindi una vera tristezza vedere come ancora in quel che resta della sinistra si pensa che il pensiero e la dottrina cristiana sia necessaria per fare una politica che sia “buona” che si opponga a quella “cattiva” della destra.

Si pensa che sia necessaria una morale, un comportamento che “guidi” il fantoccio umano che altrimenti si realizzerebbe come spontaneamente cattivo.

Perché il Male, quello con la maiuscola, sarebbe prevalente nella realtà umana e il bene sarebbe da raggiungere tramite una educazione che obblighi a rimanere nei ranghi di ciò che è stabilito essere buono. Che quindi è stabilito in astratto, senza rapporto con la realtà. Anzi viene affermato esplicitamente che ciò che è buono è da riferire a Dio che è per definizione non esistenza.

Il comportamento deve essere regolato. La polizia, la coercizione fisica o la minaccia di essa sarebbe ciò che ci impedisce di essere violenti con gli altri, di uccidere il nostro prossimo.

La verità è tutt’altra.

Alla nascita compare in tutti gli esseri umani l’idea di esistenza di un altro essere umano che si può riassumere nella parola “amore” e con la certezza della possibilità di rapporto con l’altro che si realizza nelle parole “desiderio della sostanza dell’altro”.

Nel corso del 2015, nella sua rubrica qui su Left, Massimo Fagioli ha chiarito come la realtà psichica, la realtà non materiale umana, nasce dalla realtà materiale ed è fusa ad essa. Non esiste una psichica scissa dal corpo. E, di più ancora, non esiste una realtà non materiale al di fuori del corpo umano.

Perché la realtà non materiale è solo umana.

Ed è quindi solo umana la creatività, è solo umano l’amore, è solo umano il desiderio.

La dottrina cristiana è un sistema di pensiero il cui scopo è soltanto il domino sugli altri. Non ha niente a che fare con la loro emancipazione e realizzazione.

Soltanto quando questo sarà compreso, allora si potrà lavorare per la creazione di una forza politica che si potrà chiamare sinistra.

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L'editoriale di Matteo Fago è tratto da Left in edicola dal 21 dicembre 2018

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È interessante riflettere su quello che pensa la dottrina cattolica e più in generale quella cristiana sull’essere umano.

All’origine c’è il peccato originale. Che è una colpa che non riguarda specificatamente il singolo individuo ma in qualche modo tutta la specie umana e che è da attribuire al peccato compiuto da Eva nel paradiso terrestre.

Nel cogliere il frutto della conoscenza, la mela, ciò che avrebbe permesso all’essere umano di distinguere il bene dal male, essa ha compiuto un peccato imperdonabile condannando l’intera umanità ad espiare tale colpa.

L’essere umano allora sarebbe un essere che nella misura in cui sceglie e soprattutto vede e distingue tra ciò che è bene e ciò che male, ovvero tra ciò che vuole e ciò che non vuole, esercita quel “potere” che gli avrebbe dato Eva compiendo il peccato originale.

Il potere di vedere se una cosa ci piace o non ci piace. Ma anche il potere di distinguere se una persona ci piace oppure no. Ancora più estensivamente si può pensare che questo “mi piace” può avere un significato di desiderio sessuale che vede e decide.

Il peccato originale viene eliminato dal battesimo. La persona battezzata è “ripulita”, emendata dal peccato originale e può entrare a far parte della comunità religiosa.

Gli appartenenti alla comunità religiosa devono quindi rinunciare a quel potere di vedere e sapere.

Devono rinunciare al potere di decidere.

In un certo senso il cristiano accetta l’idea che non esiste scelta e non esiste Io umano.

Non esiste possibilità di esprimere una creatività, un pensiero che venga da dentro di sé. Se esiste quel pensiero non potrà che essere espressione della divinità.

Anche l’amore per l’altro essere umano del e per il bambino appena nato non sarebbe altro che espressione dell’amore di Dio.

L’esistenza del singolo e di qualunque sua attività viene svuotata di significato per essere poi riempita del nulla di un’attività ed esistenza di Dio che sarebbe motore e origine di ogni realtà e pensiero umano.

Gli esseri umani sarebbero dei fantocci di stoffa, senza identità e senza affetti.

In effetti la vita umana non ha alcun valore per il cristiano se non come riflesso dell’esistenza di Dio. Ed in effetti il rispetto per la vita umana del cristiano significa rispetto di Dio perché l’essere umano, in effetti, non ha alcun valore.

La nostra intera vita sarebbe solo apparenza. Un essere che riflette soltanto un’esistenza più autentica che sarebbe quella di Dio, unico e vero essere.

In fondo quelli appena detti sono ragionamenti molto semplici.

Non dovrebbe essere difficile comprenderli e comprendere che la dottrina cristiana è incompatibile con qualunque idea politica che miri alla realizzazione umana.

Che senso avrebbe infatti la realtà umana se l’unica verità sarebbe quella di essere fondamentalmente dei riflessi di Dio che si aggirano per il mondo ?

È quindi una vera tristezza vedere come ancora in quel che resta della sinistra si pensa che il pensiero e la dottrina cristiana sia necessaria per fare una politica che sia “buona” che si opponga a quella “cattiva” della destra.

Si pensa che sia necessaria una morale, un comportamento che “guidi” il fantoccio umano che altrimenti si realizzerebbe come spontaneamente cattivo.

Perché il Male, quello con la maiuscola, sarebbe prevalente nella realtà umana e il bene sarebbe da raggiungere tramite una educazione che obblighi a rimanere nei ranghi di ciò che è stabilito essere buono. Che quindi è stabilito in astratto, senza rapporto con la realtà. Anzi viene affermato esplicitamente che ciò che è buono è da riferire a Dio che è per definizione non esistenza.

Il comportamento deve essere regolato. La polizia, la coercizione fisica o la minaccia di essa sarebbe ciò che ci impedisce di essere violenti con gli altri, di uccidere il nostro prossimo.

La verità è tutt’altra.

Alla nascita compare in tutti gli esseri umani l’idea di esistenza di un altro essere umano che si può riassumere nella parola “amore” e con la certezza della possibilità di rapporto con l’altro che si realizza nelle parole “desiderio della sostanza dell’altro”.

Nel corso del 2015, nella sua rubrica qui su Left, Massimo Fagioli ha chiarito come la realtà psichica, la realtà non materiale umana, nasce dalla realtà materiale ed è fusa ad essa. Non esiste una psichica scissa dal corpo. E, di più ancora, non esiste una realtà non materiale al di fuori del corpo umano.

Perché la realtà non materiale è solo umana.

Ed è quindi solo umana la creatività, è solo umano l’amore, è solo umano il desiderio.

La dottrina cristiana è un sistema di pensiero il cui scopo è soltanto il domino sugli altri. Non ha niente a che fare con la loro emancipazione e realizzazione.

Soltanto quando questo sarà compreso, allora si potrà lavorare per la creazione di una forza politica che si potrà chiamare sinistra.

L’editoriale di Matteo Fago è tratto da Left in edicola dal 21 dicembre 2018


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