A quasi un secolo dalla “Marcia su Roma” i fascisti vorrebbero tornare alla ribalta. Questo nonostante Forza nuova e CasaPound non siano entrati in Parlamento (insieme non raggiungono nemmeno il 2%). Ci sono altri eredi dei “Boia chi molla” che invece sono riusciti a sedersi in diversi consigli comunali del nostro Paese.
A Sermide e Felonica nel Mantovano il caso politico (e giudiziario) più clamoroso. Nel giugno 2017 il Movimento dei Fasci italiani del lavoro ha ottenuto oltre il 10% alle elezioni amministrative del comune. La candidata Fiamma Negrini è stata poi eletta come consigliere comunale di minoranza. Eppure, proprio tre settimane fa il procuratore capo Manuela Fasolato ha chiesto condanne complessive per vent’anni di reclusione per ben nove attivisti e politici del gruppo. L’accusa? Tentata ricostituzione del disciolto partito fascista in violazione della legge Scelba. Già in precedenza dopo lo sbalorditivo esito elettorale, il prefetto di Mantova revocò le designazioni dei funzionari della sottocommissione responsabile del comune di Sermide e Felonica. Con il Comune oggi commissariato, il prossimo 22 marzo è attesa la sentenza.
È passata invece in secondo piano la vicenda di Mura, comune di settecento abitanti nascosto tra le montagne del Bresciano. Qui, il movimento Fascismo e libertà – Partito socialista nazionale, diverso dai Fasci italiani del lavoro, con soli 41 voti (pari all’11%) due estati fa è riuscito a insediare ben tre consiglieri nelle fila della minoranza. Dichiaratamente laico, anti-americano e anti-sionista, si tratta del partito fondato nel 1991 dal senatore Giorgio Pisanò, fuoriuscito dal Msi. Nello statuto del movimento, viene addirittura riportato che Fascismo e libertà “non rinnega l’alleanza storica con la Germania Nazionalsocialista”, quella di Adolf Hitler per intenderci. Che Facebook sia diventato il mezzo preferito dei militanti di estrema destra con cui veicolare intolleranza e notizie false è noto a tutti. Eppure, Fascismo e libertà è praticamente assente sui social. Piuttosto, esiste un sito ufficiale molto aggiornato con tanto di rivista stampata e distribuita ai tesserati.
«Forse in pochi lo sanno, ma il Movimento fascismo e libertà ha ottenuto pieno riconoscimento legale. Non può essere sciolto per ricostituzione del Partito nazionale fascista». Così scrivono sul sito i responsabili che allegano le sentenze di assoluzione nei vari processi. Quarantatré anni e originario di Lumezzane, Mirko Poli, candidato sindaco a Mura un anno fa, è anche vicesegretario in Italia del movimento. Intanto, una reazione c’è stata: il prefetto di Brescia, Annunziato Vardè, poco dopo l’esito elettorale, ha sciolto la sottocommissione di Salò, responsabile di aver giudicato ammissibile il logo con il fascio littorio alle elezioni. Nonostante ciò, Poli è ancora comodamente seduto al suo posto accanto a suo padre e a un altro camerata. Mura è un paese con assai poco lavoro e dove l’età media di conseguenza è molto elevata. Anziani che dunque hanno vissuto sulla propria pelle il periodo legato alla figura del Duce. Uno di questi è Felice Fiori, scomparso proprio nell’agosto scorso all’età di cent’anni e in passato partigiano della 22esima Brigata Garibaldi.
«Io ritengo i consiglieri di minoranza delle brave persone», commenta Nicola (detta Nicoletta) Angiola Flocchini – prima donna a diventare sindaco nel piccolo comune bresciano -. Si sono sempre dimostrati intelligenti e rispettosi verso l’amministrazione e l’intera comunità», taglia corto. La pensa diversamente Lucio Pedroni, presidente dell’Anpi di Brescia, la cui associazione ha sin da subito scatenato l’ondata di indignazione generale promuovendo manifestazioni di protesta. «La situazione è stata affrontata in maniera molto superficiale dalle istituzioni – afferma Pedroni -. Tuttavia, in un Paese dove la fame nostalgica è sempre più forte l’antifascismo deve essere portato avanti non soltanto da noi ma anche dagli organi costituzionali».
Il cuore nero di Forza nuova e CasaPound pulsa forte in queste valli che un tempo combatterono e respinsero con coraggio il nazifascismo. In particolare, la Val Trompia alla fine degli anni Ottanta ha visto crescere le prime teste rasate pescando direttamente nelle frange di tifo neofascista e neonazista del Brescia. I bersagli di oggi sono sempre gli stessi: migranti e avversari politici che ne prendono le difese. Tre anni fa, il gruppo Valtrompia identitaria, creato appositamente per contrastare la presenza di stranieri in zona, causò disordini e scontri poco dopo l’arrivo di venti profughi in un ex albergo di Collio. A Sarezzo, sono poi riprese da poco le ronde notturne di Forza Nuova, con i camerati tornati a perlustrare le vie del paese per la “sicurezza urbana”. Mentre a Prevalle, comune che dista mezz’ora d’auto da Mura, nel mese di settembre il sindaco leghista Amilcare Ziglioli ha concesso uno spazio comunale al movimento Brescia identitaria per la celebrazione di un concerto. Del resto, proprio il mondo musicale dell’estremismo di destra è uno di quegli ambiti che negli ultimi anni ha alimentato maggiormente la rimonta del fascismo sulla scena. Si prendono tra loro a cinghiate e cantano la fratellanza fra camerati. Una musica perciò violenta capace di riportare in vita i fantasmi e le tradizioni del passato educando i più giovani all’odio del diverso.
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Qui la prima puntata dell’inchiesta di Federico Gervasoni sui neofascisti a Brescia