Siamo a 170 morti in pochi giorni nel Mediterraneo. Uomini, donne, bambini. Gli unici tre superstiti hanno ripetuto fino alla sfinimento quella frase che indica tutta ls mostruosità degli accordi che il governo italiano ha siglato con la Libia: «Meglio morire in mare che tornare in Libia», hanno ripetuto ai soccorritori. È sempre la solita frase, basterebbe questo per capire che si continua ad affidarsi allo Stato sbagliato del mondo per cercare una giusta soluzione.
Ma non bastano 170 morti per spostare nemmeno di un millimetro le posizioni oltranziste di chi usa l’immigrazione come clava elettorale. no: 170 morti per loro sono semplicemente un segno – sul bilancio generale che comunque sventoleranno con soddisfazione. Se l’obiettivo è che non sbarchino allora il fatto che si adagino cadaveri in fondo al mare è un oggetto collaterale che concorre comunque al risultato finale. Anzi, dice il ministro dell’inferno, che anche questi morti sarebbero colpa “delle Ong” e, tutto i intorno, i suoi seguaci ricominciano con questa farsa del “perché non prendono l’aereo?”.
Eh, già. Allora cerchiamo di capire perché non prendono l’aereo.
La spiegazione, al di là dei complottismi che vanno per la maggiore è molto semplice: l’Europa è una fortezza. Le quote per i flussi migratori sono praticamente inesistenti (nonostante, tra l’altro, serva forza lavoro) e attualmente esiste la possibilità di ingresso solo per investitori di somme considerevoli, come lavoratori autonomi o imprenditori oppure lavoratori altamente specializzati (ovvero altamente retribuiti).
L’Europa è chiusa anche per chi volesse fare domanda d’asilo: la domanda, infatti, non può essere fatta nelle diverse ambasciate ma prevede la presenza fisica nello Stato in cui ci suole fare accogliere. Chiedere asilo nei consolati di un Paese qualsiasi potrebbe essere visto addirittura come un atto di ostilità.
E allora perché non prendono l’aereo per venire qui e chiedere asilo? Semplice. Come ha spiegato bene Marco Paggi, avvocato e socio dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI): «Se un funzionario ministeriale del proprio Paese con un bel posto di lavoro e un bel reddito si presenta al consolato italiano dicendo ‘ho comprato un pacchetto Valtur per me e per tutta la famiglia per 20 giorni,’ il visto turistico glielo danno di corsa. Se, invece, a presentarsi è una persona che dichiara di non avere lavoro, o di averne uno insufficiente, e dice di voler andare in Italia in vacanza ospite da amici, al consolato gli diranno che intende abusare del visto per turismo per poi restare illegalmente alla scadenza, e glielo negheranno. È fin troppo evidente.” Altra considerazione da fare è che in alcuni Paesi in guerra (Siria) o in una situazione di dittatura (Eritrea), non ci sono viaggi di linea per l’Europa oppure è vietato lasciare il proprio paese per emigrare.
C’è di più: quando ai migranti viene concesso di sfruttare un corridoio umanitario sono centinaia le persone che arrivano senza doversi imbarcare (con viaggi finanziati dall’8×1000) e con tutti i controlli e le sicurezze. Purtroppo si tratta di un’eccezione, mica di una regola.
Ecco tutto. Sperando di avere contribuito a un po’ di chiarezza.
Buon lunedì.