Accade che 26 super miliardari (una tavolata in pizzeria), da soli, posseggano la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione del mondo. Loro banchettano in una pizzeria di Vizzolo Predabissi e fuori per le strade, mica di Vizzolo, mica dell'Italia, del mondo intero, si affannano persone che valgono meno di una mancia. È chiaro, così? I 1900 miliardari più miliardari degli altri tra marzo 2017 e marzo 2018 hanno guadagnato altri 900 miliardi di dollari (non si riesce nemmeno a immaginarli 900 miliardi di dollari, cosa sono?, in valigia, nei carretti? nei container?) che significa che ogni giorno hanno accumulato 2,5 miliardi in più. Non è tutto. Da dove vengono questi soldi? Facile: la ricchezza netta della metà più povera del mondo (sono miliardi di persone, non ci stanno in una pizzeria) è diminuita dell' 11% e in più la pressione fiscale per i super ricchi è passata dal 62% del 1970 al 38% del 2013. Venendo a noi, in Italia: il 5% più ricco possiede la stessa ricchezza del 90% più povero. Nel mondo ci sono 3,4 miliardi di persone che vivono con meno di 5,50 dollari al giorno e muoiono (10.000 al giorno) perché non possono permettersi i servizi sanitari di base. Muoiono di povertà, in pratica. Poi c'è la diseguaglianza di genere, quella che qui da noi viene trattata con un mezzo sorriso. Vediamo se con i numeri funziona. Nel mondo le donne guadagnano il 23% in meno degli uomini che, da parte loro, possiedono il 50% in più di ricchezza e l'86% delle aziende. Le donne, del resto, sono incastrate nella cura della casa e della famiglia, lavoro ovviamente non retribuito. Secondo l'Oxfam, che ha avuto la pazienza di analizzare i numeri, l'appalto del lavoro femminile non pagato varrebbe qualcosa come 43 volte il fatturato della Apple. È la multinazionale della famiglia e della casa che impedisce a molte donne di trovare il tempo per poter guadagnare. Ora, davanti a questi numeri, provate a pensare alle battaglie campali di cui si riempiono i nostri discorsi e i nostri giornali. Come quella vecchia storia del dito e della luna. Buon martedì.

Accade che 26 super miliardari (una tavolata in pizzeria), da soli, posseggano la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione del mondo. Loro banchettano in una pizzeria di Vizzolo Predabissi e fuori per le strade, mica di Vizzolo, mica dell’Italia, del mondo intero, si affannano persone che valgono meno di una mancia.

È chiaro, così?

I 1900 miliardari più miliardari degli altri tra marzo 2017 e marzo 2018 hanno guadagnato altri 900 miliardi di dollari (non si riesce nemmeno a immaginarli 900 miliardi di dollari, cosa sono?, in valigia, nei carretti? nei container?) che significa che ogni giorno hanno accumulato 2,5 miliardi in più.

Non è tutto. Da dove vengono questi soldi? Facile: la ricchezza netta della metà più povera del mondo (sono miliardi di persone, non ci stanno in una pizzeria) è diminuita dell’ 11% e in più la pressione fiscale per i super ricchi è passata dal 62% del 1970 al 38% del 2013.

Venendo a noi, in Italia: il 5% più ricco possiede la stessa ricchezza del 90% più povero. Nel mondo ci sono 3,4 miliardi di persone che vivono con meno di 5,50 dollari al giorno e muoiono (10.000 al giorno) perché non possono permettersi i servizi sanitari di base. Muoiono di povertà, in pratica.

Poi c’è la diseguaglianza di genere, quella che qui da noi viene trattata con un mezzo sorriso. Vediamo se con i numeri funziona. Nel mondo le donne guadagnano il 23% in meno degli uomini che, da parte loro, possiedono il 50% in più di ricchezza e l’86% delle aziende. Le donne, del resto, sono incastrate nella cura della casa e della famiglia, lavoro ovviamente non retribuito. Secondo l’Oxfam, che ha avuto la pazienza di analizzare i numeri, l’appalto del lavoro femminile non pagato varrebbe qualcosa come 43 volte il fatturato della Apple. È la multinazionale della famiglia e della casa che impedisce a molte donne di trovare il tempo per poter guadagnare.

Ora, davanti a questi numeri, provate a pensare alle battaglie campali di cui si riempiono i nostri discorsi e i nostri giornali. Come quella vecchia storia del dito e della luna.

Buon martedì.