L’ideatore della sindrome di alienazione parentale, cardine del ddl Pillon, è Richard Gardner un medico americano dalla credibilità scientifica e umana inesistente. Riteneva accettabile la pedofilia sostenendo che lo stupro non è traumatico per il bambino: «Basta rieducarlo»

L’opinione pubblica comincia ad interessarsi alle posizioni oscurantiste di esponenti del governo in tema di separazioni delle coppie con figli perché il disegno di legge del senatore Pillon in esame al Senato vuole introdurre pesanti modifiche alla legislazione corrente. Si stanno mobilitando numerose associazioni pro e contro i contenuti di questo Ddl senza esclusioni di colpi perché è in gioco la reale possibilità che vengano annullati decenni di conquiste femminili e di tutela dei minori.

Uno degli articoli più pericolosi riguarda la tutela fisica e psichica dei figli quando la separazione avviene per maltrattamenti e/o abusi sessuali verso la madre e i figli (v. anche Left del 28 settembre 2018). In questo caso le madri corrono il rischio di essere accusate di «alienazione parentale» qualora i figli si rifiutino di abitare con il padre come deciso dal giudice in regime di bigenitorialità. Purtroppo queste accuse non sono estranee già da molti anni nei nostri tribunali con gravi conseguenze per i bambini.

L’ideatore nel 1985 della “sindrome di alienazione parentale” è il medico americano Richard Gardner nato a New York nel 1931 e morto suicida a Tenefly nel 2003. Auto-pubblicò tutti i suoi libri con la sua casa editrice Creative Therapeutics ed è stato consulente legale in numerosi processi di custodia legale. La credibilità scientifica e umana di questo personaggio si può valutare grazie alle disgustose affermazioni tratte dai…

L’articolo di Adriana Bembina prosegue su Left in edicola dal 15 febbraio 2019


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