Greta Thunberg ha da poco compiuto sedici anni, è sì una giovane attivista svedese, ma anche una studentessa che, nella scorsa estate, precisamente dal 20 agosto 2018, ha deciso di scioperare non andando a scuola fino al 9 settembre, giornata di elezioni per il suo Paese. Da allora ha cominciato a recarsi ogni venerdì davanti al Parlamento manifestando con cartelli il suo disappunto verso una politica che non dedica attenzione alla situazione climatica ed ecologica, e quindi al futuro, una situazione che è in grave peggioramento.
A chi le dice che sarebbe meglio occupasse il suo tempo con lo studio, lasciando intendere che le sue proteste servano a poco o a niente, ha saputo mostrare il suo zaino con dentro i libri scolastici sottolineando quanto ci tiene ad imparare e promette indubbiamente di farlo, ma spiegando anche le urgenze su cui tutti dovremmo essere chiamati a riflettere. E poi, con un vivace e pungente umorismo, ha incalzato: «Cosa ho intenzione di imparare a scuola se i fatti non contano più? I politici non ascoltano gli scienziati, quindi perché dovrei imparare?».
Greta è ferma nelle sue idee, si dimostra coraggiosa poiché ha chiarezza e conoscenza degli argomenti di cui parla, ciò dimostra che oltre l’attivismo c’è un grande interesse per lo studio e la capacità di esporsi con saggezza. È sincero il desiderio che anima il suo impegno nel farci conoscere i rischi a cui andiamo incontro e la pochissima attenzione data da decenni all’ambiente.
Il discorso che ha fatto a dicembre 2018 alla Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni unite a Katowice, in Polonia – con l’obiettivo di decidere i criteri per misurare le emissioni di Co2, indagando sulle misure per rendere più efficace il contrasto al climate change – è stato essenziale, incisivo ed emozionante. Greta ha ribadito che non le interessa risultare impopolare, è importante rivendicare la giustizia climatica e un pianeta vivibile soprattutto per le giovani generazioni. Ha sottolineato quanto gli adulti siano…
Prima i sit-in davanti al Parlamento svedese poi gli interventi alla Cop24 a Katowice e a Bruxelles. Ecco come in pochi mesi la giovanissima attivista di Stoccolma è riuscita a trascinare gli studenti di tutto il mondo in una mobilitazione contro il climate change
L’articolo di Ilaria capanna prosegue su Left in edicola dal 15 marzo 2019