Dietro apparenti segnali di pace, tra Xi Jinping e Trump prosegue una lotta senza quartiere per il controllo delle tecnologie digitali. Combattuta dai governi e, sottotraccia, da task-force di spie 2.0. Ora, la disputa Usa vs. Huawei può far saltare gli equilibri. A favore del dragone

Gli ultimi segnali da Washington e Pechino puntano a rassicurare l’opinione pubblica e (soprattutto) i mercati: le delegazioni statunitensi e cinesi, si legge nei comunicati ufficiali, starebbero trovando una serie di compromessi per superare la fase più dura della guerra commerciale che vede protagoniste le due super-potenze economiche da due anni a questa parte. L’alba della nuova pax sino-statunitense, però, ha tinte piuttosto sbiadite. Se le dichiarazioni delle due amministrazioni aprono uno spiraglio sulla fine dell’escalation dei dazi sui rispettivi prodotti, nulla si dice di un aspetto che rimane costantemente sotto traccia ma che rappresenta la vera partita tra Donald Trump e Xi Jinping: la battaglia senza esclusione di colpi che i due giganti stanno combattendo per la supremazia tecnologica nel futuro prossimo e che vede nel caso Huawei uno dei “temi caldi”.

Il picco di tensione è datato 1 dicembre 2018, quando le agenzie battono la notizia dell’arresto in Canada di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria e figlia del fondatore del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei. L’accusa è quella di aver violato l’embargo Usa nei confronti dell’Iran e, come ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Giustizia statunitense Ian McLeod, per la dirigente di Huawei si prospetta l’estradizione negli Stati Uniti. A tre mesi di distanza, la 46enne dirigente di Huawei è ancora in attesa di giudizio e la vicenda si sta complicando in seguito alla causa intentata dall’azienda cinese per far dichiarare come incostituzionale l’iniziativa del governo Usa. Intorno alla sua vicenda, però, si gioca una partita molto più ampia, che ha finito inevitabilmente per travolgere anche l’Europa.

Per la verità, le ostilità tra l’amministrazione Usa e il gigante delle telecomunicazioni con sede a Shenzhen (una delle tre “zone economiche speciali” della provincia del Guangdong) sono cominciate ben…

Illustrazioni di Vittorio Giacopini

L’articolo di Mario Schiaffino con le illustrazioni di Vittorio Giacopini prosegue su Left in edicola dal 22 marzo 2019


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