«La letteratura, la musica l’arte sono espressioni della nostra anima, la bellezza della vita…la prima cosa che mi ha colpito quando ho visto la foto di questo murale è la luce..mi sono immaginato che dalla piazza di Riace, dalla ringhiera dove tante volte mi sono appoggiato per guardare il mare, adesso gli occhi andranno ad incrociare questo spazio dove c’è l’anima di qualcuno che ha concepito questa cosa. Ho pensato a come emergesse questa figura che racconta la storia della nostra comunità, la figura della Magna Grecia, i bronzi di Riace». Così Mimmo Lucano racconta a Maura Crudeli guardando la foto del grande murale realizzato nella sua Riace dall’artista peruviano Carlos Atoche con il sostegno del Comitato Riace Premio Nobel per la Pace 2019 (di cui Left fa parte). Il murale appena “nato” si intitola “Il sogno del guerriero”, ed è stato dipinto sul muro della scuola primaria – l’‘Istituto comprensivo Riace Monasterace – di questo piccolo borgo della Locride noto per essere stato un modello esemplare di accoglienza e di integrazione per i rifugiati che scappavano dalle guerre. Il comitato Riace Premio Nobel per la Pace ha sostenuto l’operazione artistica fortemente voluta da Atoche e grazie all’accoglienza di Riace e ai piccoli contributi donati dalle persone che sulla pagina di Facebook seguono le nostre attività da mesi, siamo riusciti a portare a termine un’opera straordinaria di 60 metri quadrati, visibile anche dalla piazza centrale del borgo da dove si gode una meravigliosa vista panoramica sul mare.
Il murale raffigura un guerriero mitologico che esprime con la forza dei suoi tratti l’idea dell’accoglienza, del rispetto per lo straniero, del viandante, propria della mitologia greca, trapiantatasi nella Magna Grecia di cui la locride e Riace sono parte fondante.
Un guerriero forte che ama la sua gente ed il suo paese, che si batte per non farlo cadere nell’abbandono e morire, che accogliendo chi scappa dall’inferno e sogna una nuova vita, lo fa rinascere e rivivere. «A Riace – prosegue Mimmo Lucano – altri artisti hanno raccontato sui muri la loro idea di accoglienza e hanno ricordato figure importanti che hanno lottato per la pace, per i diritti umani come Peppino Impastato o le nonne di Plaza de Mayo. Credo che sia un’aspirazione di tutti gli esseri umani immaginare un mondo di pace, un mondo senza confini, senza barriere».
Quel guerriero,dipinto con grande forza da Carlos, con le sembianze e la possanza di uno dei bronzi, riemersi come per volere e disegno del “fato”, a distanza di secoli, dal mare di Riace, in realtà non è mai andato via. Come l’idea di accoglienza e di ospitalità che l’emersione dei bronzi ha riproposto ma che è rimasta viva attraverso i secoli nelle popolazioni dell’ex Magna Grecia e dell’intera Calabria nonostante le sue stridenti contraddizioni.
Il dipinto è un omaggio a Mimmo Lucano che, come a tutti noto, quell’idea di accoglienza e di rispetto per gli altri, di amore per più deboli, di onestà personale, unita a grandi qualità politiche ed amministrative, ha saputo in 20 anni tradurre da sogno in realtà.
Quel sogno che un pensiero politico di segno opposto,fondato sull’egoismo ,la paura,la chiusura verso gli altri,il respingimento nei gironi infernali dei lager libici dei dannati della terra,unito ad un accanimento giudiziario,ormai sospetto, senza precedenti, che sarebbe degno di miglior causa, sta tentando di soffocare, strozzando insieme le speranze di chi fugge dall’orrore e quelle di un intero paese e dei suoi giovani che insieme avevano dato vita ad un percorso di speranza e di rinascita nel nome di una nuova Umanità .
«L’attuale periodo ci mette tanta tristezza – osserva Mimmo Lucano – perché ci vogliono far passare invece come ideali esattamente le cose opposte: chiudere i porti, rafforzare i confini, mettere i fili spinati, alzare i muri…e invece io ho un’altra utopia, io vorrei che non esistessero i confini e neanche i passaporti, ma a cosa servono i passaporti?!? Ogni essere umano deve essere libero nel mondo, perché il mondo ha uno stesso cielo, uno stesso mare, una stessa terra per tutti. Ringrazio di cuore Carlos Atoche per questo murale, il suo dipinto ha donato bellezza e speranza alla nostra Riace». Infine Mimmo Lucano chiude con una chiamata alle armi: «L’arte può esser uno slancio di utopia! Tutti gli artisti che vogliono venire a Riace a lasciare ognuno un loro piccolo segno sono i benvenuti. Anche Wim Wenders mi ha promesso che tornerà e questa cosa mi riempe d’entusiasmo, sulle ali di una nuova Calabria…!».
Mimmo Lucano, senza processo, è confinato in esilio, come lo sono sempre stati nella storia i combattenti della libertà, ma le sue idee non sono andate via e l’arte di Carlos ce lo ricorda. Ma Mimmo tornerà anche materialmente alla sua Riace, diventata per suo merito ,di tutti quelli e quelle che a Riace e nel mondo hanno lavorato e continuano a lavorare con lui, un’ esemplare costruzione collettiva, simbolo degli “Abitanti della Terra” di una migliore Umanità,di una idea di sviluppo locale rispettosa di tutti gli esseri viventi e della madre Terra.
Il paese ha accolto con grande entusiasmo il nuovo murale, in molti sono venuti a complimentarsi con Carlos per il suo dipinto e hanno lasciato un messaggio di solidarietà e di vicinanza a Mimmo Lucano. Insieme a Carlos in questi giorni c’erano anche Emanuela Robustelli, curatrice d’arte che ha seguito tutta l’operazione assistendo l’artista Atoche e Maura Crudeli, presidente di Aiea Onlus, una delle associazioni promotrici del Comitato Premio Nobel per la Pace, che ha documentato la realizzazione del murale e curato la parte produttiva e logistica dell’opera.
Carlos Atoche ha incontrato Mimmo Lucano a Caulonia, e davanti si sono scambiati una serie di riflessioni e di visioni sul mondo dell’arte e sul modello di Riace. Carlos racconta così la sua breve ma intensa esperienza a Riace: «È la prima volta che visito il paese e la mia prima impressione è stata quella di un borgo molto ordinato. Nell’aria c’è la sensazione di un luogo nel quale una volta c’era tanto movimento e che ormai non c’è più: le strade e le piazze sono vuote, i negozi chiusi e avvicinando il viso alle vetrine, ho intravisto molti spazi vuoti e sale dismesse. Ma questo paese, per quelli come me, che credono nell’inclusione come risposta al fenomeno dell’immigrazione in Italia, è diventato un simbolo, una speranza. Questo murale vuole essere fuoco che tiene accesa la scintilla del cambiamento».