Dice Laura Boldrini che «la politica è troppo importante per lasciarla fare agli altri». E ha ragione, perfettamente. Del resto la politica è come le mafie: tu puoi non occuparti di loro ma loro si occupano di te. Ed è politica dappertutto in un momento in cui salvare un uomo diventa dibattito politico: attenzione, mica garantirgli una potabile dignità o assicurargli un lavoro, no, no, proprio salvarlo, decidere se debba annegare o no.
È politica un momento in cui si decide di fare pagare i nostri debiti ai nostri figli, provate a trasportare la discussione, immaginatela nella cucina di casa vostra, voi, il vostro compagno o la vostra compagna e i vostri figli che vi ascoltano.
È politica ogni volta che decidiamo di occuparci domani dell’ambiente, di credere che siano inutili allarmismi gli appelli che arrivano per tentare di salvare un pianeta malridotto e un ambiente completamente svenduto alla produttività.
È politica ogni volta che incrociamo un’anziana, stravolta dal caldo o ghiacciata dal freddo, che prova ma non ci riesco e ad essere autonoma con intorno l’indifferenza di una città in cui mica solo la solidarietà ma perfino la collettività è diventata un lusso che non ci possiamo permettere.
È politica desiderare un figlio ma farsi due conti e trovarlo un costo non sostenibile oppure decidere di essere donna e di non volere figlia e doversi quasi giustificare ogni volta che si discute con qualcuno.
È politica avere a cuore la vivibilità della propria città, occuparsi dei propri spazi come se non finissero sul pianerottolo di casa nostra ma fossero molto più ampi, il più ampi possibile, tutto quello che riusciamo a immaginare.
È politica decidere cosa acquistare e dove (questa è talmente vecchia che dovrebbe essere chiara a tutti) ed è politica decidere quale economia sostenere e quale boicottare. Sì boicottare. Che non è mica un verbo da brigatista: significa evitare qualcuno di cui non condividiamo i modi. Perdio, basta con questa convinzione che sia una cosa da non fare.
È politica ogni volta che esprimiamo un’opinione, su un social, in piazza, al bar.
Allora faccio un appello agli uomini di buona volontà: fate politica. Fatela insistentemente. Non lasciate seccare gli ideali e non rinunciate alle utopie. Sarebbe un mondo migliore. Indipendentemente dalla vittoria finale.
Buon martedì.