Maria Spanò si candida alla guida del Comune di cui è stata assessore. Il lavoro svolto con Mimì - racconta - non ha dato fastidio solo per i progetti di accoglienza. «Il paese che tutti conoscono oggi è insieme frutto e causa dell’esperienza di inclusione»

Da Riace una buona notizia: alle elezioni comunali che si terranno il 26 maggio Domenico Lucano sarà candidato al Consiglio comunale con la lista Il cielo sopra Riace, un nome dai tanti significati, non da ultimo il richiamo al regista Wim Wenders (autore de Il cielo sopra Berlino) che dopo essere stato nel piccolo comune calabrese si sentì in dovere di girare Il volo, in cui ha raccontato questa esperienza. Domenico non potrà proporsi come sindaco e non a causa degli assurdi reati di cui è accusato (v. l’intervista su Left del 26 aprile) ma perché ha già svolto tre mandati. Coloro che lo hanno sostenuto hanno proposto al suo posto una donna, assessore uscente ai Lavori pubblici della giunta del “sindaco sospeso”.
Maria Spanò, sposata, due figli uno di 19 e una di 17, è determinata a non far tornare indietro Riace. Che per garantire continuità si puntasse su di lei era nell’aria ma, mostrando profonda sensibilità politica, Maria ha atteso, prima di parlare pubblicamente, di avere un ampio e fidato schieramento di sostegno. Non appena si sono chiuse le liste, nutrendo fiducia in Left e nel lavoro fatto finora in difesa di Riace, ci ha scelto per parlare. «Sono stata eletta nel 2014 – racconta – ma per un paio d’anni non ho frequentato molto il consiglio. Non mi trovavo bene e non ero molto d’accordo con alcuni esponenti della giunta. Parlavo molto con Domenico, ma tutto finiva lì. Nel febbraio del 2016 sono aumentate le pressioni nel Comune. C’erano dissensi rispetto a come andare avanti, inoltre il vicesindaco ed un consigliere non avevano accettato di mettere in pratica quanto stabilito prima delle elezioni: la turnazione delle cariche. Io ed altri consiglieri abbiamo preparato una lettera, in cui chiedevamo cambiamenti nella giunta, che stavamo per far protocollare. Ma la notizia è circolata in anticipo e la mattina in cui la lettera doveva divenire pubblica sono state rinvenute due cartucce di fucile con una scritta minacciosa sull’automobile del vicesindaco. Una storia brutta su cui non voglio fare congetture, fatto sta che Domenico ha chiesto a me di sostituire un assessore e a un altro consigliere, Giuseppe Gervasi, di diventare vicesindaco». E Maria Spanò, spinta anche dal marito e dai figli, si è messa d’impegno a lavorare.
Chi conosce da fuori l’esperienza di Riace si aspetta di sentir parlare esclusivamente di accoglienza ma Maria racconta un altro volto del paese, quello che è in…

L’articolo di Stefano Galieni prosegue su Left in edicola dal 10 maggio 2019


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