Nella riorganizzazione del Mibac non v’è traccia del cambiamento annunciato dal ministro. A cominciare dal recupero del legame tra musei e territorio che nel nostro Paese è inscindibile

In questi giorni, agenzie, giornali, social, sono pieni di articoli a commento della riorganizzazione varata dal Consiglio dei ministri, contenuta nel Dpcm del ministro Alberto Bonisoli, secondo il nuovo assetto che lo stesso ha voluto presentare in più incontri alle associazioni e alle parti sociali e che, nella stesura definita, ha riservato qualche sorpresa.

Sulle pagine di questa rivista sono stati ospitati alcuni articoli sulla riforma Franceschini, anche nella circostanza di un incontro pubblico promosso dalla Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, il 5 marzo a Roma (v. Left del 1 marzo e del 15 marzo 2019 ndr). È doveroso quindi fornire qualche informazione almeno su qualcuno dei punti delle due riforme che ora si intrecciano.

Si assiste a una mobilitazione, con appelli e petizioni per “scongiurare” l’abolizione, prevista dal Dpcm, dell’autonomia per alcuni degli istituti, in particolare la Galleria dell’Accademia di Firenze (che conserva, tra le altre opere il David di Michelangelo), il castello di Miramare di Trieste, il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, il Museo delle Civiltà all’Eur, il Parco archeologico dell’Appia Antica (per il quale è stato da poco selezionato il nuovo direttore). Qualcuno di questi istituti si è…

 

Rita Paris, archeologa, già direttore del Parco archeologico dell’Appia antica di Roma, è presidente dell’associazione Bianchi Bandinelli.

L’articolo di Rita Paris prosegue su Left del 5 luglio 2019 


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