Il 12 e 13 luglio il cielo regalerà alcune belle sorprese agli astrofili

Il 16 e 17 luglio, nella settimana del cinquantenario del primo sbarco dell’uomo sulla luna, avvenuto il 20 luglio 1969, sarà visibile una parziale eclissi del nostro satellite. Lo spettacolo, visibile a occhio nudo, avrà inizio intorno alle 18:42, ma sarà ben visibile dalle 21:00. Il picco è previsto per le 23:30. La parte oscurata dal cono d’ombra della Terra oscillerà tra il 55 e il 70%, vale a dire che la luna sarà coperta per circa due terzi. Quest’anno luglio è davvero ricco di eventi per gli appassionati di astronomia. Oltre alla ricorrenza appena ricordata, nella notte scorsa è stato possibile ammirare come non mai con un semplice telescopio gli anelli di Saturno e la maestosità di un altro gigante gassoso: Giove. Il primo in opposizione, il secondo in congiunzione con la Luna, nella costellazione dell’Ofiuco. Per l’occasione, l’Unione astrofili italiani (Uai) ha organizzato iniziative in tutta Italia, riunite sotto il nome de le “Notti dei giganti”, per osservare i due pianeti.

Il 9 luglio, Saturno si è trovato, infatti, a 1 miliardo e 351 milioni di chilometri dalla Terra, la distanza minima che può intercorrere tra i due, e in opposizione, «cioè in una posizione opposta a quella del Sole», ha spiegato Paolo Volpini della Uai. Di conseguenza, ha aggiunto «quando tramonta il Sole sorge il pianeta, che resta visibile per tutta la notte» e sarà nelle migliori condizioni di visibilità. «A inizio serata (il 12 luglio, ndr) si è potuto cercare il pianeta sull’orizzonte orientale, tra le stelle della costellazione del Sagittario. Poi nelle ore centrali della notte Saturno tenderà a spostarsi verso Sud». La Luna ha culminato a Sud nelle prime ore della notte, per poi spostarsi lentamente nella costellazione dello Scorpione e, insieme a Giove, sono stati preceduti dalla stella rossa Antares e seguiti da Saturno nel Sagittario. Quando un pianeta esterno (cioè più lontano dal Sole rispetto alla Terra) è all’opposizione, la Terra si trova esattamente in mezzo tra il Sole e il pianeta, che si trova nella posizione più vicina possibile alla Terra e completamente illuminato dal Sole. Il fatto di trovarsi all’opposizione, dunque, rende gli anelli di Saturno estremamente più luminosi, per via di un fenomeno ottico che prende il nome di effetto di opposizione o anche effetto Seeliger (da Hugo von Seeliger, l’astronomo tedesco che per primo ne propose la spiegazione nel 1887).

Ma in cosa consiste questo effetto? Si basa sull’angolo di fase, ossia l’angolo formato da un corpo celeste (nel nostro caso Saturno), dalla sorgente luminosa che lo illumina (il Sole) e dal luogo in cui si trova l’osservatore (la Terra). Più Saturno si avvicina all’opposizione, più l’angolo di fase tende a zero, poiché il fenomeno consiste precisamente nel fatto che Sole, Terra e pianeta esterno siano perfettamente allineati. Ecco che, allora, tutte le ombre del corpo illuminato scompaiono. Tale effetto si manifesta maggiormente nei corpi privi di aria, formati da particelle irregolari, come, appunto, gli anelli di Saturno e la superficie lunare. Quando l’angolo di fase è maggiore di zero, allora le sporgenze e gli avvallamenti nei corpi celesti proiettano le loro ombre, che tolgono luminosità alla veduta d’insieme. Ma quando i tre corpi celesti sono allineati, allora, per un breve lasso di tempo, tutte le ombre generate dalle piccole asperità superficiali dei materiali scompaiono sotto la luce diretta, perpendicolare, del Sole.

Accompagnato da Giove (che si è comportato similmente al pianeta con l’anello) ancora ben visibile e luminoso nella prima parte della notte, Saturno lascerà il posto il prossimo 14 luglio a Plutone, quando il “pianeta nano” si troverà in opposizione al Sole (a circa 4.900 miliardi di chilometri di distanza), in una posizione vicina a quella attuale di Saturno. «Come quest’ultimo sarà visibile per tutta la notte, a Sud-Est dopo il tramonto, poi a Sud nelle ore centrali della notte e infine a Sud-Ovest prima dell’alba», precisa l’Uai, sottolineando che per poter ammirare Plutone serviranno, questa volta, telescopi più potenti.