Mentre il governo traballa sotto i colpi dell’inchiesta sui soldi russi e sotto i pessimi rapporti degli alleati che continuano a sputarsi in faccia il ministro dell’interno Matteo Salvini è alla disperata ricerca di qualcosa che gli permetta di parlare d’altro, di buttare la palla in tribuna e di inventarsi un’altra disperata boutade perché i giornali la smettano di parlare dei suoi pessimi collaboratori che giocano a fare le spie come nei film mentre chiedono la carità all’amico Putin.
Se dovessi immaginarmelo, Salvini, me lo vedo con tutti i suoi collaboratori a frugare nei cassonetti, con quei lunghi bastoni metallici a uncino, per trovare qualche straccio di fatto di cronaca nera da usare per la propaganda. Ci ha provato con un tweet patetico sui “rapporti dimostrati tra ONG e scafisti” condividendo un servizio della trasmissione di Porro in cui non si dimostra un bel niente, ci ha provato attaccando Carola Rackete (ancora!) che però non l’ha nemmeno degnato di una risposta e quindi ha tirato fuori dal cilindro la notizia che il Movimento 5 Stelle in Europa governerebbe con il PD. Badate bene, perché la bugia è clamorosa: la Lega decide di isolarsi a livello internazionale e poi si lamenta di vedere tutti gli altri fare gruppo.
E così ieri ha deciso di schiacciare sull’acceleratore e di mandare il suo ennesimo penultimatum a Di Maio e agli italiani. Dice che non si presenterà al Consiglio dei ministri perché non ci sono cose interessanti (ha detto così, giuro) e che ha perso la fiducia “anche personale” nei suoi alleati (chissà quella impersonale, invece).
Così alla fine Salvini, il nuovo che avanza, potrà finalmente tornare nelle braccia di papà Silvio, di Forza Italia e di tutto il cucuzzaro del centrodestra italiano, per rimanere perfettamente allineato a quello che la Lega fa nelle regioni, nelle città e ovunque sia al governo: andare a braccetto con Berlusconi.
Del resto certi amori non finiscono. Fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili.
Buon venerdì.