Cinquant'anni fa, dal 15 al 17 agosto, si svolse il festival entrato ormai nella storia: una moltitudine di giovani a sentire musicisti del calibro di Jimi Hendrix, Crosby, Stills e Nash, Neil Young, Joan Baez, Joe Cocker, Jefferson Airplane, The Who e molti altri

«I giovani negli anni Sessanta scappavano di casa per allontanarsi da tutto ciò che sembrava vecchio, noioso e fuori moda, e anche – e questo è tipico dei giovani di qualunque epoca – per scoprire la loro vita» ha detto Joan Baez. «Woodstock è stata una sorprendente presa di coscienza, è stato come dire a noi stessi e al mondo: ecco, noi siamo questo», così David Crosby.

È difficile riassumere in poche parole il significato storico di Woodstock, del quale dal 15 al 17 agosto (e anche la mattina del 18) ricorre il cinquantenario. Ciò che fu subito evidente è che non si è trattò solo di un festival di musica. È stato il culmine espressivo fatto di immagini, suoni e colori di un’intera generazione, condensato nello spazio di pochi km quadrati in un tempo ristretto di tre giorni. Per la ricorrenza è in uscita un imponente boxset Woodstock 50 .Back to the Garden – The Definitive 50th Anniversary Archive, 38 dischi e 432 brani, in pratica tutto il concerto. Si segnalano anche tra le iniziative editoriali Woodstock ’69. Rock revolution (White star) di Ernesto Assante, e Woodstock, i tre giorni che hanno cambiato il mondo (Hoepli), che offrono una visione completa degli avvenimenti, subito entrati nell’immaginario collettivo grazie anche al docufilm che vede il giovane patito di rock Martin Scorsese coinvolto nel montaggio.

Quella dei Sixties è la generazione «I have a dream», coloro che sognarono coraggiosamente una realtà diversa, certamente migliore di quella in cui vivevano, che volevano cambiare il mondo ribellandosi allo stato delle cose, avvertendo l’oppressione di una società rigida e compartimentata impersonificata dal genitore incapace di comprendere le esigenze del figlio. Il gap generazionale divenne immediatamente più ampio, «The present now will soon will be past» cantava Bob Dylan il 12 ottobre del 1963. C’era certamente l’intuizione che la scelta di vita “borghese” non avrebbe portato alla felicità, quindi si cercava la libertà in uno stile di vita alternativo e senza regole.

«Diamo l’assalto al cielo» era uno degli slogan, la musica ne era il veicolo espressivo principale. Quella musica che ebbe il suo apice nel festival è ancora oggi punto di riferimento imprescindibile poiché ha prodotto espressioni artistiche di indiscusso valore. Per comprendere meglio gli eventi è necessario capirne genesi e sviluppi: innanzitutto l’idea iniziale era di una fiera musicale rurale destinata a un pubblico di 10mila persone, come versione ingrandita dei Soundout, cioè improvvisate esibizioni di campagna all’aperto, e si scelse la contea di Woodstock perché all’epoca numerosi artisti vi dimoravano, Bob Dylan e The Band su tutti.

Il progetto iniziale crebbe strada facendo e si trasformò completamente, stimolato dalla crescente richiesta, da problemi logistici e dai rifiuti delle varie amministrazioni di ospitare un concerto di “migliaia di capelloni”. Nella terza e definitiva versione trovò la sua sede nella contea di Sullivan a circa 80 Km dalla location originaria, ma volle mantenere il nome iniziale. Il poster della manifestazione invece cambiò fino ad arrivare alla celebre versione di Arnold Skolnick. Si prevedevano circa 200mila presenze, ne arrivarono 500mila (si dice addirittura un milione, comprendendo coloro che tentarono di arrivare senza riuscire), causando enormi problemi di gestione e inaugurando tre giorni di improvvisazione totale, a scapito della qualità musicale, come è stato riconosciuto anche dagli artisti in scaletta (sotto il punto di vista delle performance il Monterey Pop Festival del 1967 fu decisamente migliore).

Due elementi salvarono l’evento dal naufragio: la sorprendente capacità degli organizzatori che ebbero una visione inclusiva e coinvolsero le persone giuste, dai tecnici di ogni genere ai responsabili della gestione palco e degli annessi, alla security, alle associazioni. Ciascun team era composto dai migliori in assoluto nel proprio campo. Il secondo elemento, la vera carta vincente, fu la mutua solidarietà instauratasi nel pubblico, che si aiutò l’un l’altro attivamente con spirito di condivisione. Tutte le vie di comunicazione erano bloccate dai veicoli in coda per un raggio di 40 km, si poteva arrivare solo a piedi o in elicottero. Gli spettatori camminarono mediamente 24 Km per raggiungere l’area, abbandonando i mezzi ai lati delle strade. Per telefonare occorreva attendere circa due ore. 18 medici e 36 infermiere furono insufficienti come staff sanitario, il 16 agosto ne arrivarono altri 50 da New York, e la scarsità di acqua e cibo rischiò di diventare un problema.

La zona venne dichiarata area disastrata dalle autorità. Anche gli artisti erano coinvolti nel marasma, la scaletta venne stravolta e i tempi di attesa dilatati. Ma tutto ciò obbligò musicisti, organizzatori e pubblico all’improvvisazione, il che funzionò sorprendentemente bene e conferì all’evento un carattere di genuinità eliminando la distanza fra i ruoli per una moltitudine che necessitava di mutuo soccorso per riuscire. Una vera manifestazione di Pace, Amore e Musica come recita la locandina. Chi visse in prima persona quei giorni si stupì di come la situazione non degenerò in scontri e violenza.

Chiaramente, nota dolente, le sostanze stupefacenti erano presenti quasi ovunque come si vede anche nel film, e tanti ne erano sotto gli effetti, organizzatori, artisti e pubblico. Nel 1969 nessuno immaginava quale flagello sarebbe stata la droga negli anni a seguire, basta ricordare che un anno dopo Woodstock tre dei protagonisti entreranno a far parte del tragico Club dei 27, le personalità decedute a 27 anni: Alan Wilson dei Canned Heat, Jimi Hendrix e Janis Joplin, seguiti poi da Ronald McKernan dei Grateful Dead, e da tanti altri. Negli anni Settanta la situazione peggiorò, rivelando tutta la delusione, la fragilità e l’autolesionismo di una generazione.

Nonostante ciò a Woodstock si registrarono alcune esibizioni storiche: Richie Havens pur avendo diversa collocazione in scaletta si esibì per primo perché gli altri non erano ancora arrivati, e finito il repertorio fu costretto ad improvvisare per intrattenere il pubblico, eseguendo “Motherless Child” al suono della sola parola Freedom. Performance leggendaria, come quella di Joan Baez che chiuse la prima giornata dedicata al folk.

Country Joe Mc Donald accese la platea con I-feel-like-I’m-fixin’-to-die-rag, e i Santana salirono sul palco da sconosciuti e ne discesero da leggenda. I The Who fecero ottima impressione, mentre i Jefferson Airplane vennero penalizzati dall’orario, iniziando all’alba di domenica 17. Joe Cocker infiammò gli animi con la versione Rock di “With a little Help from my Friends”, prima di due ore di pioggia battente che trasformò la collina in un campo fangoso. Alla ripresa Alvin Lee dei Ten Years After si presentò in gran forma, e The Band entrò subito nel mood con un set apprezzatissimo.

Crosby, Stills e Nash suonarono in trio acustico, e in elettrico con Neil Young. Una performance sensazionale, conclusa con due bis. L’ultima esibizione fu la migliore: Jimi Hendrix iniziò la mattina di lunedì 18 agosto a causa dei ritardi accumulati e davanti a un pubblico di 40mila persone (la maggior parte stava già rientrando) si lanciò in due ore di concerto (una rarità) dove eseguì le classiche “Foxy Lady”, “Gypsy Woman” e “Hey Joe”, e la celebre versione dell’inno statunitense, “The Star Spangler Banner”, con una chitarra elettrica superdistorta carica di espressività, degna conclusione di un evento epocale. Quei giorni rappresentarono l’apice degli anni Sessanta, ma col senno di poi possiamo dire che furono anche il suo canto del cigno. Al termine del decennio il vento cambiò rapidamente, e nessuna tra le manifestazioni successive eccetto forse il Festival dell’Isola di Wight del 1970 ne mantenne lo spirito originario. Subito dopo iniziò un decennio che vide sorrisi pacifici e fiori tra i capelli lasciare gradualmente il posto all’estremismo politico e alla violenza del radicalismo. In definitiva, oltre alcune sacrosante conquiste sociali, della Woodstock Nation forse è giusto che resti l’unica cosa che si dimostrò veramente creativa e innovativa: la Musica.

 

 

TIMELINE DEGLI EVENTI
Nel 1954 nasce il Rock’n’roll figlio della musica Country, Blues, Swing e Gospel. Curiosamente anche questi generi musicali tutt’ora sulla cresta dell’onda si sviluppano in un area del globo relativamente ristretta, nel Centro/Sud degli Stati Uniti.

Nel 1955 Rock around the Clock di Bill Haley è in vetta alle classifiche USA, mentre Martin Luther King indìce un boicottaggio dei mezzi pubblici di 382 giorni a seguito del rifiuto della donna di colore Rosa Parks di cedere il posto a un bianco sull’autobus.

Nel 1956 Elvis Presley diviene l’artista ad aver venduto più copie nella storia della discografia, mentre Allan Ginsberg pubblica L’urlo.

Nel 1957 esce On the Road di Jack Kerouac, e l’ursa lancia in orbita lo Sputnik. Nel 1958 10mila persone sfilano per i diritti civili nella marcia giovanile a Washington.

Nel 1959 Fidel Castro prende il potere a Cuba e dall’altra parte del mondo inizia il conflitto tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud. Corrispondentemente il Newport Festival, tradizionalmente riservato al jazz, inaugura una manifestazione anche per la musica folk.

Nel 1960 negli Usa viene approvata il 23 giugno la vendita della pillola anticoncezionale e viene eletto il più giovane presidente della storia americana, JFK.

Nel 1961 il 21 febbraio primo concerto dei Beatles al Cavern Club di Liverpool, il 5 aprile Bob Dylan tiene il suo primo concerto retribuito a New York, il 12 aprile Yuri Gagarin è il primo uomo nello spazio, il 13 agosto la Germania Est inizia a erigere il Muro di Berlino, intensificando cosi la Guerra Fredda.

1962, il 15 giugno gli Students for a Democratic Society (SDS) salgono alla ribalta diffondendo il Port Huron Statement, il 12 luglio concerto d’esordio dei Rolling Stones a Londra, al Marquee Club.

Nel 1963 il 28 Agosto alla marcia per i diritti civili Joan Baez e Bob Dylan suonano al Lincoln Memorial per Martin Luther King, e il 22 novembre John F. Kennedy viene assassinato a Dallas.

1964 il 25 gennaio I Want To Hold Your Hand segna la scalata dei Beatles alle classifiche USA; il 25 Febbraio il pugile Cassius Clay (poi Muhammad Ali) diventa campione mondiale dei pesi massimi, il 2 Luglio il Civil Rights Act bandisce la segregazione nei luoghi pubblici in Usa.

Nel 1965 il 21 febbraio Malcolm X viene ucciso, il 7 marzo domenica di sangue in Alabama, la polizia attacca duramente i manifestanti per il diritto al voto, il giorno dopo i primi soldati statunitensi arrivano in Vietnam, in luglio Bob Dylan si trasferisce a Byrdcliffe, Woodstock, e il 25 dello stesso mese la sua svolta elettrica al Newport Folk Festival causa reazioni controverse. L’11 agosto scoppiano disordini nel ghetto nero di Watts a Los Angeles e il 5 Novembre gli Who pubblicano My Generation. Il 3 dicembre esce Rubber Soul dei Beatles.

Nel 1966 gli avvenimenti riguardanti la musica si intensificano notevolmente. Il 4 marzo viene pubblicato il commento di John Lennon, “siamo più famosi di Gesù Cristo” che scatena forti reazioni nell’opinione pubblica, l’ 11 aprile il debutto al Troubadour di Hollywood dei Buffalo Springfield di Stills e Young, e sempre a Los Angeles il 16 maggio esce Pet Sounds dei Beach Boys, geniale esperienza pioneristica nell’uso della registrazione multitraccia, stimolata dall’ascolto di Rubber Soul; qualche chilometro più a Nord, il 29 agosto i Beatles tengono il loro ultimo concerto al Candlestick Park di San Francisco (non suoneranno mai più dal vivo eccezion fatta per il rooftop concert del ’69), e il 16 ottobre Grace Slick suona per la prima volta con i Jefferson Airplane. Alla fine dell’anno il 16 dicembre esce il singolo d’esordio della Jimi Hendrix Experience “Hey Joe”, e il 18 Dicembre viene distribuito a New York Blow Up di Michelangelo Antonioni, che fotografa nitidamente la Swingin’ London dell’epoca con una sequenza che immortala un’esibizione degli Yardbyrds di Jimmy Page e Jeff Beck.

Nel 1967 il 14 gennaio a San Francisco lo Human Be-in preannuncia la Summer of Love, il 15 aprile 400.000 manifestanti pacifisti marciano da Central Park verso l’edificio delle Nazioni Unite a New York, il 1 giugno esce l’album Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, che presenta sonorità sperimentali essendo registrato in multitraccia a seguito dell’esperienza di Pet Sounds dell’anno precedente, il 16-18 giugno va in scena il Monterey Pop Festival sulla West Coast, culmine della Summer of Love di San Francisco, il 3 ottobre muore la leggenda del folk Woody Guthrie, e nello stesso mese Che Guevara in Bolivia, il 16 ottobre Joan Baez è arrestata con altre 123 persone durante una protesta nazionale contro l’arruolamento obbligatorio, e il giorno dopo il rock musical Hair esordisce a New York, il 21 ottobre 200000 pacifisti marciano verso il Pentagono.

Nel 1968 il 5 gennaio in Cecoslovacchia sale al potere Alexander Dubcek, che avvia la Primavera di Praga con una serie di riforme, cui i sovietici metteranno fine il 20 agosto con l’invasione militare, il 16 marzo il massacro di My Lai in Vietnam, mentre Joni Mitchell pubblica l’album di debutto Songs To A Seagull, il 4 aprile Martin Luther King è assassinato a Memphis, il 13 inizia il culmine del maggio francese a Parigi con il più importante sciopero generale della V Repubblica, rappresentativo della situazione del movimento in Europa, che vede l’Italia pienamente presente fin dal 1966/67, il 18-19 maggio il Miami Pop Festival, il 6 giugno viene ucciso Robert Kennedy, e il 1 luglio Usa, Urss e altri 60 Paesi firmano il trattato di non proliferazione nucleare, il 16 ottobre a Città del Messico sul podio Olimpico Tommy Smith e John Carlos alzano il pugno chiuso in un guanto nero al momento dell’esecuzione dell’inno nazionale, il 5 novembre è eletto presidente Usa Richard Nixon, e dal 28 al 30 dicembre si tiene il secondo Miami Pop Festival. Qualche mese prima, dal 26 al 29 agosto si protesta contro la guerra alla Convention democratica di Chicago, e la polizia interviene molto duramente. Dopo questo avvenimento una linea venne tracciata e l’America, anche quella bianca e borghese sembrò divisa come mai lo era stata.

Nel 1969 il 30 gennaio concerto improvvisato dei Beatles sul tetto della Apple a Londra, sarà l’ultimo, il 18 marzo gli Usa iniziano a bombardare le postazioni vietnamite in Cambogia e 26 giugno esce il film Easy Rider. Il 4-5 luglio si tiene l’ Atlanta Pop Festival, il 20 luglio gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono i primi uomini sulla luna, dall’ 1 al 3 agosto in scena l’Atlantic City Pop Festival, il 9 agosto Sharon Tate è assassinata con altre quattro persone dalla Manson Family in casa di Roman Polanski.