La sintesi migliore l’ha scritta Arianna Ciccone nel suo profilo Facebook:
“Prima chiede la fiducia. La ottiene. E due giorni dopo, a Camere chiuse, apre la crisi di Governo.
Presenta una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio. Ma non si dimette né lui né fa dimettere i suoi ministri.
Poi dice ai giornalisti che lui è pronto a dimettersi, che non ha problemi a ritirare i suoi ministri. E subito dopo annuncia che invece no, non si dimette.
Prima dice che va da solo al voto, poi chiede a Berlusconi di andare insieme.
Prima dice che il taglio dei parlamentari è Salva-Renzi e che fino all’anno prossimo non si potrebbe tornare al voto. E quindi no, non lo vota.
Poi dice che è pronto a votarlo e subito dopo si va a votare (ma poi mica è lui che può decidere la data del voto!).
Gli fanno notare che se vuole votare taglio parlamentari dovrebbe ritirare la sfiducia a Conte. Ma lui dice no, non la ritira.
Qui o siamo davanti al più grande stratega politico al mondo mai visto in tutta la storia dell’umanità e noi mortali non possiamo capire proprio o manco lui sa che cazzo sta facendo”.
A questo forse si potrebbe anche aggiungere che nelle ultime ore Salvini, consapevole di avere sbagliato tempi e modi, stia cercando di tornare sui suoi passi simulando addirittura di non avere mai chiesto la caduta del governo. Anzi, come gli ha insegnato bene il suo padrino Berlusconi ha anche tentato di dare la colpa ai giornalisti, come se la crisi fosse solo un’allucinazione generale dovuta al solleone estivo.
L’unica cosa che riesce a mettere a fuoco anche nel marasma della confusione labirintitica sono le navi dei poveracci: del resto non è mai riuscito a parlare d’altro. Un uomo con un solo argomento ma con mille facce.
Buon sabato.