Due giorni due di giornalismo, parliamo dell’1 e del 2 gennaio 2020, e subito si scorge la dimensione di quello che sarà.
A capodanno si discute di un ex ministro, quello che annusa ogni presepe di provincia e che sbaciucchia ogni rosario o crocifisso che gli venga a tiro, che prende in giro il Papa. Lui, Salvini: il molesto feticista del cattolicesimo (interpretato alla sua maniera) diventa improvvisamente laico e difende la satira contro Papa Francesco che ha recitato per i suoi social insieme alla sua fidanzata. Uno legge di questa vicenda e pensa “no, dai, non può interessare a nessuno una notizia del genere” e invece diventa l’apertura dei siti di informazione e il segretario del Pd Zingaretti trova addirittura il tempo e il modo di rispondere. Il segretario del Pd, quello che ancora tace sui decreti Sicurezza. Ohibò.
La seconda grande notizia dell’anno (iniziato alla grande, si direbbe…) è che Paragone viene espulso dai probiviri del Movimento 5 stelle e il solito Di Battista ne approfitta per recitare la sua parte da bastian contrario. Dice Di Battista che Paragone è molto più grillino di tanti altri grillini e dicendolo dimostra che non solo il Movimento 5 stelle non è diverso da qualsiasi altro partito, ma che nel Movimento 5 stelle siamo già addirittura alla gara del più puro che ti epura. Nel momento in cui si decide di rilasciare la patente del vero grillino significa che ormai si è alla frutta. Ora a rigor di logica si potrebbe dire quindi che Di Battista sia fuori dal Movimento 5 stelle, no? Oppure semplicemente che questi si comportano esattamente come gli altri con la sola differenza di essere terribilmente più sgraziati.
Le prime due notizie di politica di quest’anno sono due notizie che andrebbero infilate nelle pagine delle curiosità e invece sono diventati i temi fondamentali. Mi raccomando: l’importante è non parlare di politica. Mai. In compenso in Spagna si preparano a votare un programma di governo che sarebbe da mandare a memoria. Ma che palle, ‘sti programmi, eh.
Buon venerdì.