Tra i vari contrappassi di questi giorni brilla la dichiarazione di ieri dell’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera che chiede aiuto alle Ong: «L’ho ripetuto più e più volte», ha detto Gallera, «abbiamo bisogno delle migliori energie, qualsiasi contributo, da specializzandi a medici in pensione alle Ong, non solo è benvenuto ma assolutamente necessario». Quando gli hanno chiesto se vi fossero già stati contatti Gallera ha chiarito «dalle Ong ci è arrivata per interposta persona una disponibilità di medici: ci stiamo mettendo in contatto con loro».
Sarebbe facile ora ricordare la criminalizzazione delle Ong da parte della destra (la stessa destra che governa la Lombardia) in questi ultimi anni. Si potrebbe ricordare come alti esponenti, addirittura ex ministri, abbiano più volte ripetuto che dietro le attività delle Ong ci siano loschi interessi e nessuna reale pubblica utilità oppure si potrebbe ripercorrere il tempo in cui gli appartenenti alle Ong (quelli che ieri sono diventati magicamente le migliori energie) venivano considerati semplici affaristi professionalmente inventati.
E invece non è così. Però si potrebbe anche valutare il lato positivo della dichiarazione dell’assessore lombardo: il Coronavirus potrebbe essere l’occasione per sviluppare quell’empatia che si era seccata, praticamente disidratata, in quest’epoca: capiremmo una volta per tutte che i diritti del mondo vanno parametrati sulle sofferenze e sulle fragilità del mondo e non su qualche privilegiato status quo. Si potrebbe comprendere che ora che i fragili siamo noi abbiamo l’occasione di capire quanto gli aiuti, tutti gli aiuti, siano necessari per rendere questo mondo un po’ più vivibile.
E per provare a non essere vendicativi ma piuttosto volare alto potremmo chiedere a Gallera solo una cosa: che si ricordi di questo bisogno anche dopo, quando (speriamo il più velocemente possibile) questa emergenza finirà, quando saranno altri e non noi ad avere bisogno.
Basterebbe questo.
Buon venerdì.