Durante le visite in ambulatorio ho visto qualcuno veramente impaurito, altri tranquilli ma all’erta. Volevo dire alcune cose. Mi fa piacere che molti abbiano capito la situazione perfettamente e si impegnino a rispettare le misure di sicurezza. Tranquilli ma attenti. È l’atteggiamento più giusto. In alcuni casi ho notato però molta paura, panico. Ho visto anche persone che, spaventate, non vogliono essere tranquillizzate, anzi, si arrabbiano, diventano nervose se qualcuno le invita alla calma. È una normale reazione da panico, avete presente quando uno, spaventato, urla? Cosa urli?
Reagisci, non urlare. Invece si urla. Perché è la reazione più immediata, istintiva. Stupida, animalesca e inutile ma normale. Ecco. Qui vedo persone che urlano, che si agitano. E non serve a niente, è un comportamento irrazionale. Non c’è nemmeno motivo per farlo. Se urli per questo dovresti urlare per tante altre cose anche più pericolose. Non stiamo parlando della peste bubbonica, la malattia non è grave e presto si esaurirà, uccide poco. Non c’è motivo per essere terrorizzati o spaventati. Chi vi spaventa fa esattamente lo stesso danno di chi vi dice “non è niente, uscite e abbracciatevi”. ‘è motivo per essere civili ed educati. Si rispettano le norme igieniche, le direttive delle istituzioni, si rispettano gli altri cittadini e si seguono gli aggiornamenti. Questo deve essere chiaro. Se non lo facciamo, chi soffre non sarà curato, chi sta male potrebbe aggravarsi e invece di avere 500 morti potremmo averne 5mila. Non è poco.
Non si scherza e non si gioca: ci sono delle regole che ormai conosciamo tutti e vanno seguite. TUTTE. Se vuoi fare il ribelle fallo ma è come se guidassi contromano in autostrada, non sei un ribelle, sei un cretino. Sì, ci saranno morti, come ci sono ogni anno per l’influenza (tantissimi) e come ce ne sono per il morbillo (pochi). Però per queste due malattie abbiamo dei vaccini e le conosciamo meglio, per l’ultima no. Per questo servono occhi aperti. Quando ho un’emergenza, devo correre a operare o a risolvere un rischio per la vita, non sto molto a pensare: so cosa devo fare. Lo faccio e basta. Potrei pure fallire ma, ragionevolmente, sto facendo la cosa più giusta e che probabilmente sarà più utile a risolvere.
Ecco. La cosa più utile che tutti possono fare è fare la cosa più giusta e che probabilmente non ci farà fallire. Bisogna essere seri. Questo ci consentirà di tornare alla vita di tutti i giorni senza particolari problemi, se saremo bravi anche al più presto. E per chi pensasse che questo significhi “tranquillizzare”, stia lui tranquillo, che quando c’è un’emorragia io non inizio a urlare e girare correndo attorno alla sala operatoria, mi lavo le mani e fermo il sangue che scorre e la prima cosa che dico non è “attenzione, la situazione è pessima il paziente sta per morire, agitatevi” ma “stiamo calmi”.
Stiamo calmi. Grazie.
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Salvo Di Grazia è medico chirurgo, ginecologo, lavora in un ospedale pubblico. Ma è anche divulgatore scientifico. Online cura MedBunker – Le scomode verità. Fra i suoi libri ricordiamo Medicine e bugie e Salute e bugie, entrambi pubblicati da Chiarelettere
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