Speculatori che contravvengono le posizioni degli avversari politici solo per poter dissentire. Così accade che il governo prenda una decisione, una regione (come la Calabria dell’improvvida Santelli) decide di fare il contrario e poi i suoi sindaci fanno il contrario del contrario ritornando alla decisione del governo. Così si assiste a una serie infinita di avvitamenti che aggiungono sconforto e rabbia alla preoccupazione, allo sconforto e alla rabbia di un Paese ferito.
Speculatori che occupano di notte il Parlamento che non hanno mai frequentato di giorno e poi si mettono tutti in branco a registrare l’intervento del loro capo tribù Matteo Salvini che specula sul valore della libertà, lui, proprio lui, che solo limitando la libertà di qualcuno riesce a dare la sensazione di governare.
Speculatori come un ex presidente del consiglio che ha il coraggio di dire «se i morti di Bergamo potessero parlare direbbero di ripartire anche per noi». Fare parlare i morti è il modo migliore per mettersi al riparo dalle opinioni dei vivi. E Renzi lancia il suo ennesimo penultimatum a un governo che gli serviva solo per superare la soglia elettorale di sbarramento. Ora si arrabatta e assomiglia così tanto all’altro Matteo.
Speculatori che si appoggiano solo alla scienza per avere la scusa di non dovere fare politica. Speculatori che rincorrono solo il fatturato, la produttività. Speculatori invidiosi del virus che gli ha rubato la scena. Speculatori che in emergenza si occupano solo della propria autopreservazione. Speculatori che confezionano false notizie per cavalcare la paura.
Qualcuno diceva che ne saremmo usciti migliori e invece il quadro generale è quello di sempre, solo più spaventati e quindi più incattiviti. C’è una novità sostanziale: gli italiani, gli indisciplinatissimi italiani come vengono raccontati, sono stati più responsabili della propria classe dirigente. Loro, i loro figli e i loro poveri nonni. Questa è la lezione.
Buon venerdì.