Scelte politiche spacciate per soluzioni tecniche, senza affrontare il nodo cruciale degli spazi, dei docenti e delle risorse. E poi l’apertura ai privati con l’ingresso del Terzo settore. Le linee guida del Miur per l’anno scolastico 2020-21 lette e commentate da Priorità alla scuola

Le nuove linee guida, “Piano scuola 2020-21”, che avrebbero dovuto recepire le critiche provenienti da tutti i settori della scuola, sono un bicchiere che appare quasi del tutto vuoto. Chi si aspettava sostanziali novità – anche in ragione delle oltre sessanta piazze convocate da Priorità alla scuola, che chiedevano attenzione, ascolto e rispetto – resta deluso tanto dalla forma quanto dal contenuto, due facce della stessa medaglia. Il linguaggio, in primo luogo: il peggio della gergalità burocratese per mascherare decisioni politiche come soluzioni tecniche, per consentire ai decisori politici di nascondersi dietro il dito degli esperti.

Al tempo stesso, i giochi delle apparenze fra il detto e il non detto, che rendono permanentemente provvisorio ciò che dovrebbe essere definitivo, e che viene continuamente modificato da una conferenza stampa, un cinguettìo, uno status. Ad esempio, la didattica a distanza sembra marginalizzata, se si combinano le due occorrenze a pagina 6 (dov’è definita «integrata» alla didattica in presenza e «complementare») e a pagina 15, dove si parla di ripresa dell’attività a distanza, attraverso la didattica digitale integrata (solo?) in caso di nuovo lockdown. Perché, allora, non esplicitare che è l’extrema ratio? E, quanto alla sospensione delle attività didattiche, quali sono i processi che le determinano, quali gli attori? Quale ruolo hanno gli organi collegiali, in questo delicato passaggio?

Preoccupa che i Tavoli regionali operativi, insediati presso gli Uffici scolastici regionali, siano costituiti dal direttore dell’Usr, dagli assessori regionali all’istruzione, trasporti e salute, dal rappresentante regionale dell’Unione delle Province, dell’Anci, e della Protezione civile: dov’è il mondo della scuola? Nella prima versione si diceva, con maggiore ampiezza di inclusione, che ai Tavoli partecipano «i soggetti e gli operatori coinvolti nell’ambito del sistema di istruzione»: è lecito pensare che le Regioni abbiano alzato la voce (a partire da Veneto ed Emilia-Romagna, forti dell’auto-narrazione della buona gestione della crisi) per avere un primo concreto scampolo di autonomia differenziata. E ancora, restano…

L’autore: Girolamo De Michele è scrittore e insegnante, fa parte del movimento Priorità alla scuola

 

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