Ravello e Genova sono due fra le città di mare più particolari della nostra nazione. Il mare corrisponde in chiave simbolica alla vita, alla rinascita. Da questi luoghi riprende la vita lunga di Ennio Morricone. Questo perché uno come lui non può morire se non per le ragioni della fine terrena di un essere umano. Eppure l’eredità, costituisce proprio il patrimonio per il futuro, per fare sì che non si perda ciò che è stato. Pertanto è proprio Andrea Morricone a prendere in mano l’eredità paterna, lui che come il padre ha studiato per fare della musica il proprio lavoro, la propria professione.
Da Ravello quindi rinasce Morricone nel nome del figlio che ha portato al festival diretto da Alessio Vlad il primo dei concerti che saranno l’eco della memoria paterna. Andrea Morricone a capo della Roma Sinfonietta in un programma con la musica assoluta e la musica da film. Poi Genova la città del ponte spezzato. Dal teatro Carlo Felice della città genovese giunse la commissione di Tante pietre a ricordare composizione per orchestra, coro e voce bianca che doveva essere diretta in un primo tempo proprio da Ennio Morricone ma con la sua scomparsa è toccato ad Andrea il 31 luglio salire sul podio dell’Orchestra del Carlo Felice e dirigere questo ultimo brano che non è casualmente un brano volto alla rinascita, alla ricostruzione, all’unione.
D’altronde Ennio Morricone ha sempre cercato questo nella sua vita, ha sempre avuto in sé quel bisogno aggregante, il bisogno quindi di comunicare attraverso la sua musica ciò che serve a rendere l’umanità migliore. Non è un caso che la sua scrittura sia coinvolgente, commovente. Ogni volta che si sente qualche tema di quelli più intensi è facile vedere la commozione sul volto delle persone. Questo era il segreto di Morricone, comunicare, trasmettere qualche cosa che potesse andare al di là dell’umano pensiero, qualche cosa che potesse portare ad altri livelli.
Come ricorda Luigi Lanzillotta che è direttore artistico e fondatore della Roma Sinfonietta, i progetti per far conoscere sempre di più Morricone sono tanti e molteplici. Dopo che in vita grazie proprio a questo tandem, Morricone direttore ha girato il mondo con la compagine romana per portare i suoi capolavori. Lo ha fatto fino alla fine, fino all’ultima sua esibizione al Senato l’11 gennaio scorso prima della pandemia. Lo si vedeva commosso, partecipe ma carico ancora di quella sua filosofia di vita che era tutta nella musica.
Ci ricorda Lanzillotta che è possibile un progetto discografico ad ampio raggio che possa comprendere non solo la musica da film ma anche la musica assoluta alla quale il maestro romano teneva moltissimo. Mentre Andrea Morricone riferisce come per lui l’impegno sarà quello di dirigere ogni volta che ci sarà la possibilità le musiche del padre. Inoltre i tantissimi manoscritti che il padre custodiva gelosamente nella casa romana rimarranno a patrimonio dell’intera famiglia Morricone.
Nel frattempo il 30 agosto la Roma Sinfonietta diretta da Andrea Morricone sarà a L’Aquila in un concerto davanti alla Basilica di Collemaggio per celebrare la Perdonanza. La sindaca di Roma come ha annunciato dedicherà giustamente l’Auditorium della città della musica ad Ennio Morricone luogo in cui molte volte egli diresse concerti memorabili. Morricone era inoltre Accademico di Santa Cecilia ed in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel 2018 ci fu un indimenticabile concerto da lui stesso diretto a capo della compagine ceciliana. Compositori come Salvatore Sciarrino, Nicola Piovani e Dario Marianelli dedicarono delle proprie composizioni per celebrare il genetliaco del maestro. Non solo ma proprio a Santa Cecilia il direttore stabile Antonio Pappano sempre nel 2018 diresse Voce dal silenzio. Pertanto la memoria di Ennio Morricone sarà presente per tanto tempo ancora anche perché un compositore della sua fama non può certo passare inosservato. Considerando che nel mondo ad oggi è stato il musicista italiano più conosciuto ed eseguito nel secolo corrente.