Sottovalutare il Covid-19 considerandolo solo un’influenza, sminuirne le conseguenze senza l’avallo di adeguate conoscenze scientifiche, convincere che l’uso delle mascherine è inutile, equivale ad una condotta criminale che può costare la vita a decine di migliaia di persone

Come se non bastassero il dolore per le vittime della pandemia e le difficoltà dovute alla crisi economica negazionisti e complottisti rischiano di farci pagare un prezzo se possibile ancor più alto, con le loro fandonie sull’inutilità delle mascherine e della prevenzione.
Se in Italia il Covid-19 in questo momento risulta sotto controllo è perché hanno funzionato in primis le basilari misure di distanziamento fisico e di igiene, dal momento che non disponiamo ancora né di un vaccino né di farmaci ad hoc per questa malattia.
Negare di essere ancora in pericolo e sbarazzarsi degli strumenti protettivi (in nome di un astratto concetto di libertà, per una credenza religiosa o per ragioni economiche ecc.) ci mette tutti seriamente a rischio. Non solo perché ci potrebbe essere una nuova ondata di contagi in autunno, ma anche per quel che riguarda strettamente il presente, visto che con il caldo estivo il virus non è affatto sparito, diversamente da quel che preconizzavano i negazionisti nei mesi scorsi durante il lockdown.
Per rendersene conto basta guardare a quel che accade anche in Paesi vicini a noi come la Spagna, solo per fare un esempio.
Sostenere che il virus si stesse indebolendo e che fosse diventato meno aggressivo come hanno fatto, senza uno straccio di evidenza scientifica, alcuni medici e scienziati è stato a dir poco irresponsabile. Fra loro spicca Alberto Zangrillo («La salute è importante ma altrettanto lo è l’economia», dice lui). Direttore della terapia intensiva al San Raffaele di Milano e noto per essere stato il medico di Berlusconi, nel giugno scorso ha lanciato un manifesto firmato da Matteo Bassetti e altri.
Una sorta di manifesto degli ottimisti in cui si parlava di casi «debolmente positivi».
«Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più, qualcuno terrorizza il Paese» ha sbottato durante un’intervista andata in onda su Rai Tre nella trasmissione Mezz’ora in più. Ben presto è stato smentito dai fatti. Ma anche da altri autorevoli virologi e specialisti. Nonché da un contro manifesto di scienziati che però – curiosamente – non è stato altrettanto rilanciato dai media mainstream. La comunità scientifica internazionale, intanto, continua a dire che non bisogna abbassare la guardia.
Audito da una commissione speciale del Congresso Usa, l’immunologo Anthony Fauci ha ammesso che il virus negli Stati Uniti resta fuori controllo. Anche perché, ha detto, gran parte delle attività economiche non si sono mai fermate, diversamente da quanto è accaduto in Italia (o per lo meno in quasi tutta l’Italia a Sud della Lombardia, aggiungiamo noi). Il negazionismo è un virus diffusissimo negli Usa, come ci racconta l’americanista Alessia Gasparini in questa storia di copertina, alimentato dal mito nazionale del produrre e consumare a tutti i costi, da una storica avversione dei conservatori nordamericani verso i dettami della scienza, e da predicatori di sette evangeliche che sostengono Trump. Ma c’è forse anche dell’altro: una diffusa e mal intesa idea di libertà personale che si traduce in un rifiuto delle norme sanitarie, infischiandosene dei rischi per sé e per gli altri. Sulla stessa linea di Trump si muove il presidente brasiliano Bolsonaro, l’amico di Salvini, che ancora parla del Covid come di una banale influenza (come scrive Eric Gad).
«Ma anche negare la pandemia considerandola solo un’influenza, sottovalutarne le conseguenze senza l’avallo di adeguate conoscenze scientifiche, convincere che l’uso delle mascherine è inutile, equivale ad una condotta criminale che può costare la vita a decine di migliaia se non in prospettiva a milioni di persone», commenta lo psichiatra Domenico Fargnoli al quale abbiamo chiesto di aiutarci a leggere il fenomeno del negazionismo, indagandone le radici. «Complottismo, razzismo, annullamento sistematico della verità storica oggi confluiscono nel fiume in piena del negazionismo che, alimentato da soggetti senza scrupoli, rischia di travolgere le deboli difese di popolazioni stremate dal lockdown e dalla crisi economica», avverte lo psichiatra stigmatizzando le strumentalizzazioni di politici nostrani come Salvini che il 27 luglio scorso ha partecipato a un convegno di negazionisti che si è tenuto in Senato, rifiutandosi di indossare la mascherina, per dire che non c’è alcun pericolo. Salvo poi accusare i migranti di essere degli untori. Negazionista intermittente, a seconda della convenienza, insieme a esponenti di Forza Nuova, il capo della Lega è fra quanti cavalcano cinicamente stanchezza e malessere sociale per far cadere il Paese in una crisi ancor più grave.

L’editoriale è tratto da Left che esce il 7 agosto

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SOMMARIO

Direttore responsabile di Left. Ho lavorato in giornali di diverso orientamento, da Liberazione a La Nazione, scrivendo di letteratura e arte. Nella redazione di Avvenimenti dal 2002 e dal 2006 a Left occupandomi di cultura e scienza, prima come caposervizio, poi come caporedattore.