«Volevamo una campagna elettorale con proposte concrete e senza slogan, supportata da crowdfunding e non dai grandi capitali, agita da persone nuove e non dai soliti noti, con i partiti presenti ma non in posizione preponderante. La stiamo portando avanti. Ahimè, di fronte a questa novità, qualcuno si smarrisce un po’, si disorienta, perché ancora troppo abituato ai vecchi schemi. Dobbiamo far capire il nostro messaggio, c’è bisogno di tornare a sperare». Ferruccio Sansa, candidato presidente del centrosinistra alle regionali in Liguria, restituisce a Left le proprie considerazioni a caldo sulla prima parte di campagna elettorale. Il tempo per far conoscere, e capire, il progetto politico è poco e il giornalista – prima del Messaggero, poi del gruppo Espresso e infine del Fatto quotidiano – è costretto a una maratona tra i borghi della regione. Il suo curriculum, fatto di inchieste contro la partitocrazia e la cementificazione selvaggia, è il biglietto da visita che ha impedito a Pd e M5s di non convergere, alla fine, sul suo nome. Si tratta di un esperimento unico. Un fronte inedito che va, per intendersi, dai pentastellati a Rifondazione (pur senza l’appoggio di Italia viva). In cui vengono enfatizzati i valori del Movimento delle origini, con un maggior accento di sinistra, e in cui è parzialmente frenata la propensione neoliberista dei dem. Gli ultimi sondaggi a disposizione danno Giovanni Toti, il governatore in carica riproposto dal centrodestra, in vantaggio. Ma numerosi sarebbero gli indecisi, poco meno della metà degli elettori. Convincerli significa poter ribaltare un risultato che, in ogni caso, non potrà non avere ripercussioni anche a livello nazionale sugli equilibri giallorossi. Ma partiamo dai temi.
La Liguria è in testa alla classifica tra le regioni per tasso di suolo impermeabilizzato in zone ad alta pericolosità idraulica. Ce lo ricordano, drammaticamente, le cicliche stragi legate al dissesto idrogeologico. Come immaginare uno sviluppo diverso, che metta da parte il cemento?
Il nostro mantra è “consumo del territorio zero”. Ma nello stesso tempo, dobbiamo coinvolgere le imprese del settore edile nel recupero e nella riqualificazione delle periferie e dei borghi storici. In questo modo, le aziende del territorio, spesso medio-piccole, potrebbero crescere davvero, maturando competenze da usare anche altrove in…
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