Affidare al mercato la ricerca e la produzione di vaccini, tramite il sistema dei brevetti, ha dato risultati disastrosi dal punto di vista della giustizia distributiva. Ed è stato fallimentare per la lotta alle gravi malattie che colpiscono duramente nei Paesi a basso reddito

Una distinzione, al cuore della scienza delle finanze, la disciplina che studia l’economia e la finanza pubblica, è tornata al centro del dibattito economico e politico nel mondo segnato dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale e, ora, dalla crisi pandemica. È quella tra beni pubblici e beni privati. Tale distinzione ha natura tecnica e conviene dedicarvi un briciolo di attenzione, perché è molto utile. Il bene pubblico è caratterizzato da “non rivalità” e “non escludibilità”, il bene privato, di converso, da “rivalità” ed “escludibilità”. Non rivalità significa che il consumo da parte di qualcuno, nulla toglie alla possibilità di goderne da parte di qualcun altro. Se ascolto un brano musicale questo non impedisce ad altri, nelle vicinanze, di ascoltarlo. Se invece mangio un panino, altri non possono mangiarlo. Escludibilità, invece, è la possibilità di subordinare l’accesso ad un bene al pagamento di un corrispettivo, diciamo un prezzo. Vale a dire escludere dal consumo chi non paga: se si rende il bene accessibile ad una persona, diventa necessariamente accessibile a tutti. L’illuminazione pubblica non è escludibile, salvo impedire l’accesso al luogo pubblico. Le trasmissioni radiotelevisive via etere non erano escludibili, con le nuove tecnologie via cavo e digitali lo sono diventate (l’escludibilità varia al variare delle tecniche).

Nel mezzo, tra beni pubblici e privati “puri”, c’è tutta una gamma di situazioni intermedie, segnate da diverse gradazioni di rivalità ed escludibilità. Importante è la categoria dei beni che, pur essendo essenzialmente privati, producono degli effetti che hanno la stessa natura del bene pubblico. Questi effetti sono chiamati “esternalità”. Si ha un’esternalità positiva qualora un atto di consumo o di produzione da parte di qualcuno porta un beneficio (esternalità positiva) o un danno (esternalità negativa) ad altri, e tali effetti non passano per il mercato. Se uso l’automobile inquinando, genero una esternalità negativa, vale a dire un costo sociale che non sono tenuto a ripagare. Se mi vaccino genero un beneficio sociale, per il quale non ottengo un corrispettivo di natura economica.

Nel caso di beni pubblici e di esternalità si parla di “fallimento” del mercato. Un bene pubblico non può essere prodotto da un privato, perché non potendo essere venduto dietro pagamento di un prezzo non consente di coprire i costi di produzione e tanto meno di realizzare utili. Nel caso dei beni pubblici il mercato non funziona, nel caso di esternalità funziona male. La sfera dei beni pubblici e delle esternalità è…


L’articolo prosegue su Left del 5-11 febbraio 2021

Leggilo subito online o con la nostra App
SCARICA LA COPIA DIGITALE

SOMMARIO