Da Giorgio Palù a Alberto Giovanni Gerli chi sono i nuovi componenti del Comitato tecnico scientifico e cosa hanno detto durante la pandemia

Eccoci qui, con il nostro appuntamento sul governo dei migliori che sforna mediocri migliori.  Il 16 marzo la Protezione civile ha annunciato la nuova composizione del Comitato tecnico scientifico, l’organismo istituito fin dall’inizio della pandemia con il delicato compito di consigliare il governo sulla battaglia contro l’epidemia. Il fatto che il governo Draghi abbia voluto rinnovare alcuni consulenti lascia presumere che ci sia l’occasione di avere nuovi volti che si siano contraddistinti in questi 12 mesi per acutezza di analisi e per ponderatezza nelle loro esternazioni. E invece.

E invece nel nuovo Comitato entra di rincorsa Giorgio Palù. Giorgio Palù è un microbiologo, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Palù fu quello che con molta delicatezza descrisse Crisanti come un “zanzarologo” e fu quello che ci ripeteva che i positivi asintomatici “non sono contagiosi”. Con lui c’è anche Donato Greco, quello che ci disse tutto sicuro che «l’emergenza è finita a maggio, non dobbiamo temere l’inverno». Palù e Greco, vale la pena ricordarlo, furono tra i firmatari della famosa lettera estiva pubblicata da Il Giornale  l’estate scorsa che dichiarava “finita” l’emergenza. E vabbè, dirà qualcuno, speriamo abbiano imparato dai propri errori.

Il personaggio più inquietante però è tal ingegnere Alberto Giovanni Gerli, che su LinkedIn si definisce data analyst, fondatore e Ceo della Tourbillon Tech Srl, uno che ha il mirabile merito di avere sbagliato praticamente quasi tutte le sue previsioni sulla pandemia, con un modello matematico evidentemente fallace che sventola smodatamente sui suoi social e sul suo canale YouTube. il 2 aprile del 2020 propone il suo modello via twitter all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Veneto Zaia: «vi tornano i numeri?», chiede. Nessuno risponde. Silenzio, e allora il giorno stesso ha la brillante idea di chiedere a Fedez e Chiara Ferragni: «mi aiutate a diffonderlo?», scrive. Nessuna risposta. Il giorno successivo si butta (sempre dal suo account twitter) sulla giornalista Elena Comelli con un tweet che è un capolavoro: «ti ricordi di me? Illuminazione stradale a LED dai telescopi?».

Ma come funziona il modello predittivo di Gerli? Il 28 gennaio 2021 Gerli ha sostenuto che, in base a un proprio “modello”, in Lombardia i contagi si sarebbero ridotti velocemente nelle settimane seguenti, passando da circa 1.700 al giorno a 350 per metà marzo. E no, non è proprio andata così.

Il 1° febbraio Gerli disse che in Veneto «si potrà magari verificare qualche ritardo ma per la fine di febbraio la regione quasi certamente entrerà nella zona bianca». E no, non è proprio andata così.

Il 4 aprile dell’anno scorso Gerli scrive a Cuomo, Governatore dello Stato di New York in piena pandemia. Prevede 130.000 contagi al 30 giugno. La realtà sarà appena diversa: 420.000 infezioni.

Secondo il modello di Gerli bastano 17 giorni di dati per prevedere dove finirà la pandemia, a prescindere dalla forza delle misure di contenimento. Peccato che si sia rivelato assolutamente fallimentare.

Alberto Giovanni Gerli è membro del Cts.

È tutto.

Buon giovedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.