Una fucina di idee e progetti culturali con una grande attenzione a quello che accade nella società. È Giuditta Chiaraluce, la disegnatrice che nelle Marche ha dato vita a un festival e a una casa editrice. Con «l’idea che attraverso un libro si possa ancora produrre un’esplorazione poetica del mondo»

Giuditta Chiaraluce è una disegnatrice marchigiana che negli ultimi anni ha accompagnato il lavoro creativo a quello culturale e politico, collaborando con artisti, case editrici, e dando vita con altri a un piccolo festival comunitario di poesia, “I fumi della fornace”. Artista dal segno lirico-ribelle, dal tratto grafico essenziale dallo stile a china e a tinte pastello, il suo mondo è composto da un ampio animalario fantastico fatto di pipistrelli, cervi volanti che scalano il cielo, leprotti scattanti e asini malinconici, mentre le sue esili figure umane hanno sempre forti sembianze di gioiosa e terrestre vitalità ed eleganza formale.

Possiamo definire i tuoi disegni poetici e politici? Mi pare che nel tuo segno, nel tuo bestiario, c’è sempre un tratto ribelle.
La parola ribelle direi che è una delle mie preferite e quindi risponderei sì. Fin da piccola mi dicevano che avevo uno spirito ribelle, e pur non capendo bene cosa significasse mi…

 

* In alto, l’illustrazione “Ciao, c’è vento” di Giuditta Chiaraluce


L’articolo prosegue su Left del 26 marzo – 1 aprile 2021

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