Si avvicina la fine del blocco degli sfratti. Da luglio la spada di Damocle penderà su 150mila famiglie italiane. Intanto la Commissione Onu sui diritti umani ha chiesto la sospensione di un provvedimento contro una donna indigente, fuggita con due figli dal compagno violento

«Fra un mese, se non trovo una soluzione, mi ritroverò con tutta la mia famiglia sotto un ponte. Per adesso non ci sono vie di uscita ma non posso arrendermi». Siamo a Roma e questo è il grido di aiuto di Ilenia, nome di fantasia, che insieme alla sua famiglia vede avvicinarsi sempre più inesorabile la data dello sfratto.

Il 4 maggio il governo Draghi ha approvato un emendamento alla legge di conversione del decreto Sostegni che proroga lo stop agli sfratti per morosità o pignoramento dell’immobile, ma solo per i provvedimenti avviati dopo l’inizio della pandemia. Per gli sfratti notificati prima dell’era del Covid-19, il blocco infatti resta al 30 giugno 2021, mentre tutti gli altri verranno scaglionati fra settembre e dicembre 2021. Una vera e propria bomba sociale ad orologeria secondo le stime dell’Unione inquilini, il sindacato degli affittuari e dei senza casa. Nella sola Capitale a luglio potrebbero essere più di 4.500 e quasi 150mila in tutto il Paese.

Ilenia racconta come la sua famiglia ha perso improvvisamente lavoro e casa. «Io facevo dei lavoretti a nero, mentre mio marito, ipovedente, prima della pandemia lavorava in un albergo. Non eravamo ricchi ma riuscivamo a pagare un affitto di 900 euro e vivere dignitosamente con due figli che studiano. Con l’arrivo del Covid abbiamo perso tutto e…


L’articolo prosegue su Left del 4-10 giugno 2021

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