Rita Levi Montalcini, Laura Conti, Filomena Nitti... La vita, le idee e la ricerca di scienziate, esponenti politiche e attiviste che hanno scritto la storia del Paese. Su Rai Uno e poi su Rai Play nel programma “La prima donna che”

Scienziate, esponenti politiche, attiviste per i diritti civili: La Prima Donna Che, serie in pillole ideata da Alessandra Di Michele Bragadin per una produzione Rai Documentari, racconta la storia del nostro Paese attraverso quelle di trenta donne, che per prime hanno infranto il famoso “soffitto di cristallo”. Realizzate grazie ai materiali d’archivio delle Teche Rai, andranno in onda fino al 2 luglio su Rai Uno, alle 16:35, e rimarranno disponibili su Rai Play.

Tra le donne raccontate c’è la grande astrofisica Margherita Hack, venuta a mancare 8 anni fa, il 29 giugno 2013: con passato da sportiva, atea, amante degli animali e della bicicletta, fu la prima a dirigere un Osservatorio Nazionale, quello di Trieste, coagulando intorno a sé un grande interesse internazionale per la sua attività di ricerca e di divulgazione.

 

Qui la puntata su Margherita Hack

Troviamo poi Rita Levi Montalcini, medica torinese, ebrea, fuggita dal Paese per le persecuzioni e poi rientrata a Torino. Disse che «la scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro», e lei di certo ne ebbe uno straordinario, Giuseppe Levi, mentore di ben tre Nobel per la Medicina: la stessa Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Premiata nel 1986 insieme a Stanley Cohen per la scoperta del Nerve Growth Factor, una proteina segnale fondamentale per lo sviluppo nervoso dei vertebrati, si batté per la diffusione della cultura scientifica. È anche grazie al suo lavoro se quelle che oggi chiamiamo neuroscienze – una molteplicità di discipline che hanno per oggetto di studio il cervello umano – hanno assunto un ruolo chiave nel panorama delle scienze naturali.

Qui la puntata su Rita Levi Montalcini

Il 10 luglio del 1976 alla Icmesa di Meda, azienda chimica di proprietà svizzera, si verificò un incidente che causò la fuoriuscita e la dispersione di diossina TCDD, una delle sostanze artificiali più tossiche tra quelle note. Laura Conti, medica, politica ed ecologista con un passato da partigiana, fu in prima linea nella gestione del disastro, sempre accanto alle famiglie sevesine, onorando il suo impegno come consigliera regionale in modo esemplare. Nel 1980 fondò la Lega per l’Ambiente insieme a quello che era il primo nucleo degli ecologisti italiani, in seno ad Arci, per poi diventare un’associazione autonoma nel 1986.

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Maria Bianca Cita Sironi, pioniera della geologia marina, a soli 22 anni si laureò in geologia. Divenuta assistente di Ardito Desio, ottenne la cattedra di Geologia ma si concentrò sulla micropaleontologia marina. Nel 1968 – unica non americana – fu invitata a lavorare sulla Glomar Challenger, la più grande nave da perforazione al mondo, per la sua vasta conoscenza dei fossili. Nel 1970 fu la volta di Leg13, campagna durante la quale documentò per prima il fenomeno geologico alla base di un probabile essiccamento del Mediterraneo, nell’era del Miocene Superiore. Grazie alla formulazione teorica di Maria Bianca, la crisi della salinità del Messiniano è diventata una teoria molto dibattuta, che ha condotto a numerose perforazioni del Mediterraneo.

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Filomena Nitti nacque a Napoli nel 1909, figlia di quel Francesco Saverio che era stato Presidente del Consiglio. Nel ’23, il regime fascista costrinse la famiglia all’esilio, e Filomena si laureò a Parigi in Chimica Biologica. All’Istituto Pasteur incontrò Daniel Bovet, direttore del laboratorio di Chimica Terapeutica. Le loro strade s’intrecciarono professionalmente e sentimentalmente: i due si sposarono, e durante la Seconda Guerra Mondiale si resero protagonisti del supporto farmaceutico ai soldati al fronte, preparando per loro 200.000 fiale di siero antitetano. Nel 1944 misero a punto il primo antistaminico e quattro anni dopo, sempre insieme, scrissero quella che è considerata ancora una delle bibbie della farmacologia e della chimica terapeutica. Filomena la prima donna a lavorare nel campo, divenne famosa in tutto il mondo, ma fu solo Bovet a riscuotere i frutti del loro comune lavoro. Nel 1957 gli fu assegnato il Nobel per la medicina e la fisiologia, ma Filomena rimase esclusa dal premio, nonostante ogni pubblicazione recasse la firma di entrambi.

Qui la puntata su Filomena Nitti

Queste sono solo alcune delle storie raccontate dal progetto: tre minuti per ognuna di loro, perché il soffitto di cristallo che hanno saputo infrangere diventi finalmente soltanto un ricordo.