Pendolari e residenti. Cittadini senz’acqua né servizi e altri con tutto a portata di mano. La megalopoli indiana mostra i suoi due volti ogni giorno. Ma «dall’energia di chi vive nelle baraccopoli possiamo immaginare una svolta» racconta l’attivista Sheela Patel

Sheela Patel è la fondatrice e la direttrice della Society for the promotion of area resource centres (Sparc) in India, una Ong che lavora dal 1984 per fornire supporto alle organizzazioni comunitarie urbane dei poveri di Mumbai che si sforzano di trovare un alloggio sicuro e servizi di base, espressione del loro diritto a vivere la città. Patel è anche tra le fondatrici di Slum dwellers international, un movimento sociale internazionale che si occupa dei poveri del mondo. Le sue riflessioni sull’attuale situazione di Mumbai fanno riflettere su quali siano le reali priorità di chi la città la vive e come spesso non coincidano con quelle di chi la città la amministra.

Qual è il livello di disuguaglianze tra i cittadini di Mumbai?
La città è divisa in due parti: da una parte ci sono i grattacieli, dall’altra si vedono queste aree che dall’alto appaiono piatte, formate da quadratini azzurri e bianchi. Si tratta dei tetti delle case delle persone che vivono in quelli che noi chiamiamo “slums”, i sobborghi poveri. Questa divisione riflette lo sviluppo storico delle città, dove l’élite, sia quella coloniale che quella indigena, vive nella città cosiddetta formale, mentre le persone arrivate dai villaggi vivono in queste zone informali. Non è mai avvenuta una riconciliazione fra le due parti per quanto riguarda l’accesso ai servizi e l’uguaglianza nel lavoro. Nella città formale ci sono gli standard minimi per quanto riguarda l’acqua, le fognature e gli spazi pubblici aperti, la formazione, l’istruzione e la salute, tutte cose che le persone che vivono nella zona informale non hanno. Questa disuguaglianza rappresenta una piaga per Mumbai, che è una delle più grandi regioni metropolitane dell’India, con più di 12 milioni di abitanti nell’area cittadina e 18 milioni nella regione metropolitana.

Che problemi hanno dovuto affrontare i cittadini con l’inizio della pandemia a marzo dello scorso anno, in particolare i bambini e le donne?
Quando è esplosa l’emergenza Covid, molti bambini non…


L’articolo prosegue su Left del 6-26 agosto 2021

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