«Non si può scaricare sulle parti sociali qualcosa che il governo non riesce a fare perché non si mette d’accordo con la Lega», dice la segretaria Fiom Francesca Re David sul Green pass per le mense. E sul decreto delocalizzazioni: «Troppo debole con le multinazionali»

Un’estate gelida nelle fabbriche italiane. Prima le polemiche e il contrasto tra sindacati e Confindustria sull’obbligo del Green pass per l’accesso alle mense aziendali, poi il percorso sempre più accidentato del decreto delocalizzazioni che dovrebbe impedire casi come quello, eclatante, della Gkn di Campi Bisenzio i cui proprietari, una multinazionale inglese, hanno deciso di licenziare i lavoratori nonostante lo stabilimento fosse in attivo. Due nodi cruciali su cui il governo, dice Francesca Re David segretaria generale della Fiom Cgil, è chiamato in causa, proprio per indicare una direzione che faccia chiarezza sull’obbligo vaccinale e quanto alle delocalizzazioni, che dia regole precise contro lo strapotere delle multinazionali.

Francesca Re David cosa pensa dell’obbligo del Green pass per le mense aziendali? Da quanto ha detto il presidente di Confindustria Bonomi è passato quasi il messaggio che il sindacato strizzi l’occhio ai no-vax.
Devo fare innanzitutto una premessa necessaria e doverosa. Questo attacco, partito soprattutto da Bonomi e dalla Confindustria lombarda, è qualcosa di irricevibile. Non smetterò mai di ripeterlo: quando il governo Conte ha emanato il decreto del “tutti a casa”, l’8 marzo 2020, nessuno aveva detto come si doveva stare nei luoghi di lavoro. Noi abbiamo dovuto scioperare per imporre le chiusure e poi i protocolli per la prevenzione e la sicurezza, con i distanziamenti, le mascherine ecc. E questo accadeva in zone con molte fabbriche, con tante persone che prendevano i mezzi pubblici per andare a lavorare mentre le terapie intensive erano piene di malati di Covid-19. Noi, ripeto, abbiamo dovuto lottare per far chiudere le fabbriche. Quindi che sia passato questo messaggio e che sia stato dato valore a questo messaggio è proprio inaccettabile. Dopo di che, noi abbiamo sempre detto, a questo governo e a quello precedente, che doveva essere la comunità scientifica, poi naturalmente con la mediazione della politica, a dare indicazioni su cosa fare in questa fase della pandemia. E infatti abbiamo costruito protocolli sulla base delle indicazioni della comunità scientifica.

Rispetto all’obbligo vaccinale qual è la sua opinione?
Noi Fiom siamo assolutamente pro vaccino, siamo tutti vaccinati e…


L’intervista prosegue su Left del 3-9 settembre 2021

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SOMMARIO

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.