Il premier socialdemocratico Stefan Lovfen ha annunciato che a novembre si dimetterà. Il terremoto politico si è innescato nei mesi scorsi, quando la sinistra si è opposta alla liberalizzazione del mercato degli affitti, racconta il deputato del Left party Ali Esbati

La Svezia conosce da diversi anni un’inusuale instabilità politica. Il Paese fino allo scorso giugno era governato da una coalizione di minoranza composta dai socialdemocratici e dai verdi, sostenuta dall’esterno dal Partito di centro e dal Partito liberale (di solito membri della coalizione conservatrice) e “tollerata” dal Partito di sinistra (secondo una loro espressione). Già questa descrizione mostra quanto instabile e “italiana” fosse la situazione svedese. Le contraddizioni di questa maggioranza sono esplose quando il governo ha proposto una riforma della legge che regola gli affitti. Il Partito di sinistra, come annunciato fin dal giorno successivo alle elezioni, ha votato contro il governo, aprendo la crisi di governo. Pochi giorni dopo, a luglio, dopo aver ritirato la riforma, il premier dimissionario Stefan Lovfen ha ricevuto di nuovo la fiducia del Parlamento svedese. Ad agosto, infine, il nuovo colpo di scena: l’attuale capo del governo nonché segretario dei socialdemocratici ha annunciato che si dimetterà dai due incarichi a novembre. Sarà dunque il suo successore a preparare le elezioni previste a settembre del prossimo anno. L’unica nota positiva è che il Partito di sinistra ha ottenuto quello che voleva: la riforma del mercato degli affitti è ritirata e anche la riforma del codice del lavoro è stata messa da parte. Ne abbiamo parlato con Ali Esbati, deputato del gruppo parlamentare del Partito di sinistra (Left party).

Il governo svedese è caduto sulla riforma della legge sugli affitti. Come vengono regolati gli affitti in Svezia e perché è così importante?
La riforma della legge, se fosse passata, avrebbe rappresentato un cambiamento sistemico. Il sistema degli affitti in Svezia è regolato dalla legge, che determina una situazione progressiva sul mercato. L’idea alla base della norma in vigore è che l’affitto non deve essere riservato solo alle persone povere o in estremo bisogno, ma deve essere accessibile a tutti, per qualsiasi livello di reddito. In sostanza pone restrizioni per regolare le forze del mercato che altrimenti porterebbero all’esplosione degli affitti, soprattutto nelle grandi città come Stoccolma. L’affitto non può essere negoziato privatamente tra il proprietario e il locatario, ma deve seguire criteri fissati per legge (deve essere “ragionevole” secondo la legge). Una riforma simile a quella proposta dal governo svedese è stata compiuta in Finlandia, dove è stato liberalizzato il mercato per gli appartamenti nuovi o per quelli ristrutturati. Si è potuto osservare un aumento degli affitti, ma anche la progressiva estensione del libero mercato anche agli appartamenti vecchi, poiché si erano create incoerenze per cui, nello stesso quartiere, coesistevano appartamenti simili ma il cui affitto veniva fissato in maniera diversa.

In passato la sinistra italiana ha vissuto una situazione simile a quella del Partito della sinistra svedese. Per esempio nel 1998 il Partito della rifondazione comunista (Prc) votò contro il governo di centro-sinistra di Romano Prodi. Questa scelta fu oggetto di una forte campagna di critiche che accusava il Prc di aiutare la destra (allora guidata da Silvio Berlusconi) a tornare al governo. Il Partito di sinistra è stato accusato di aiutare la destra? Qualcuno vi ha accusato di votare la sfiducia insieme all’estrema destra dei Democratici svedesi? Come sono i sondaggi oggi?
Conosco la situazione italiana e non volevamo cadere nella trappola e dare l’impressione che…


L’articolo prosegue su Left del 24 settembre 2021

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