Partita da Roma, arriva a Milano il 2 ottobre la staffetta ciclistica per richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica e la situazione del nostro pianeta

I Parents For Future Italia ed i Fridays For Future Italia, consapevoli dell’emergenza climatica in atto, dovuta alla mano dell’uomo che immette nell’atmosfera molta più energia di quanta il pianeta ne può dissipare e le conseguenze quest’estate sono ancora più evidenti (per il terzo anno consecutivo ancora più gravi), intendono mettere in campo una serie di iniziative per attirare l’attenzione dei governanti affinché si intervenga in modo incisivo e radicale per affrontare il riscaldamento climatico. Come dice Greta Thunberg basta “blablabla”.
La voce di noi tutti, in Italia e nel resto del mondo deve poter essere udita dai politici che si stanno incontrando nei vari G20 di quest’anno, ma che s’incontreranno in modo specifico per parlare di Clima, proprio alla COP26 (Glasgow 1- 12 novembre 2021) e che vedrà un binomio di grande collaborazione proprio tra Inghilterra ed Italia.

Tra queste iniziative la staffetta ciclistica Running For Future vuole “collegare” lo sciopero globale per il clima del 24 settembre con la Global March for Climate Justice, marcia per la giustizia climatica, che si tiene a Milano il 2 ottobre dalle ore 15. La staffetta, partita da Roma il 24 settembre, porta “l’Orologio climatico” a Milano il 2 ottobre per ricordarci quanto poco tempo abbiamo per affrontare di petto il problema dei cambiamenti climatici. Cambiamenti dovuti a un eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e risorse ambientali. Risorse sfruttate da pochi per fare profitto proprio come avviene per il lavoro. Ciò che è di tutti viene usato per arricchire qualcuno come se si trattasse di risorse infinite. Ma il pianeta non ha risorse infinite e dobbiamo preservare il futuro dei nostri giovani. E per fare questo, come dicono i FridaysForFuture, i “giovani di ieri” e i giovani di oggi hanno bisogno di essere uniti.

La staffetta ciclistica percorre quasi 900 chilometri da Roma a Milano prevalentemente sulla Via Francigena, che attraversa luoghi stupendi, affinché essi siano l’emblema di quella bellezza e ricchezza di cui tutti dobbiamo avere cura. Ma il tempo per salvare quei luoghi, e tutti i luoghi del mondo, sta finendo. A dirci che il tempo a nostra disposizione sta scadendo è l’ultimo report di IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ed il Climate Clock (www.climateclock.world) sincronizzato con IPCC.
Usiamo il termine Running anche per significare il “correre contro il tempo”. Usiamo la bici per dimostrare che esiste un modo diverso di collegarsi alla natura, di viaggiare in mezzo alle persone, di dialogare con loro. L’accoglienza avuta in questi primi giorni di “corsa contro il tempo” è stata eccezionale: in tutti i luoghi attraversati, dalle cittadine come Siena ai piccoli paesi, l’entusiasmo e la solidarietà delle persone e delle istituzioni dimostra che la coscienza della cittadinanza è sensibile: ora serve l’azione dei “potenti della terra”.

Basta fonti fossili ora! È incredibile che l’Eni, proprio mentre la staffetta era in corso, ha avviato la costruzione di 2 nuovi impianti per la produzione di gas (fonte fossile climalterante come ci ha fatto vedere PresaDiretta) che saranno pronti nel 2024 e costeranno più di 700 milioni di euro. Impianti che dovranno produrre almeno fino al 2055 ben oltre il limite temporale in cui dovremo eliminare completamente le fonti fossili come ci dicono gli scienziati. E la cosa più sconvolgente è che le popolazioni che meno hanno inquinato, africani, asiatici, america latina, sono quelle che più soffrono le conseguenze dei cambiamenti climatici. Non dobbiamo quindi stupirci dei “migranti climatici”. È ora di eliminare le diseguaglianze e ridistribuire le ricchezze. Non c’è giustizia sociale senza giustizia climatica!

La mancanza di cura per l’ambiente e quindi per il nostro pianeta, sono i fattori responsabili di ciò che molti avevano immaginato già quarant’anni fa. Si sta verificando tutto. I vari aspetti delle nostre vite sono tutto quello per cui dobbiamo mettere il massimo impegno, poiché sono tutti interconnessi: salute, deforestazione, cementificazione, allevamenti intensivi, agricoltura intensiva, consumismo, spreco, inquinamento, etc
La staffetta unisce il Global Strike con la Pre-Cop26, per arrivare alla COP26. Serve un grido globale di tutti. Siamo tutti lanciati verso l’autodistruzione e soltanto insieme possiamo fare la differenza!
Non abbiamo intenzione di smettere di “fare chiasso”! Abbiamo in cantiere tante altre iniziative.
Unisciti a noi e ricorda, i nostri due movimenti, sono globali. Esistono ovunque sul pianeta, dal Giappone al Kenya, dal Burkina Faso al Guatemala, da Kosovo a Città del Capo. Ci sono città, nazioni, continenti e siamo anche tutti un solo movimento globale. Abbiamo bisogno anche di te. Abbiamo bisogno di tutti!

 

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