Vale la pena di spiegare a Giorgia Meloni quale sia la matrice dell'attacco squadrista alla sede della Cgil a Roma. Ecco chi sono Roberto Fiore, Giuliano Castellino e gli altri arrestati

Rubo il titolo a Pippo Civati per riconoscenza verso la comunità di Possibile, il partito da lui fondato e ora egregiamente retto dalla segretaria Beatrice Brignone, che sul tema dell’antifascismo ha sempre tenuto la barra dritta in un’epoca di pendoli. E rubo a lui anche l’idea di presentare a Giorgia Meloni un ventennio di girato perché possa farsi un’idea di quello di cui stiamo parlando.

Giorgia Meloni, appunto, costretta a dire qualcosa sul fascistissimo attacco alla Cgil di Roma da parte di schifosi fascisti ci ha illuminato con la sua ipotesi di uno “squadrismo organizzato” aggiungendo che non è importante che la matrice sia fascista o meno. Fantastica Giorgia Meloni che è diventata così brava a fare zig zag in mezzo allo sterco inventandosi tutti gli aggettivi e le perifrasi possibili: siamo passati dai patrioti, ai sovranisti, poi gli italiani, poi ora gli squadristi. L’importante è non pronunciare la parolina magica senza la quale non riuscirebbe nemmeno a raccattare i voti per gestire il proprio condominio. Se andiamo avanti così questi sono così vigliacchi che si metteranno d’accordo di sostituire la parola “camerati” con “zucchine” e cammineranno per le vie del centro inzucchinandosi e sentendosi davvero dei rivoluzionari.

Allora vale la pena spiegare a Giorgia Meloni, piuttosto deboluccia a scuola quando si trattava dell’ora di Storia, quale sia la matrice. A Roma sono stati arrestati Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Roberto Fiore ha 62 anni, è uno dei fondatori di Forza Nuova, a 19 anni fu tra i fondatori del movimento neofascista eversivo Terza Posizione, negli anni Ottanta venne condannato per associazione sovversiva e banda armata ma come tutti i fascisti scappò come un coniglio per rientrare in Italia a condanna prescritta.

Giuliano Castellino ha 45 anni e attualmente è il leader locale di Forza Nuova a Roma. In passato aveva fatto parte della Destra di Francesco Storace, e prima ancora di Fiamma Tricolore. Lotta contro il Green pass ma vigliaccamente è andato a cercarsi il Green pass per poter andare allo stadio: basterebbe questo per dare un’idea dello spessore. Nel 2017, cercò di impedire lo sgombero di un appartamento popolare del quartiere Trullo di Roma che era stato assegnato a una famiglia di origine eritrea: fu condannato per violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e anche per manifestazione non autorizzata. Sempre nel 2019 aggredì un giornalista e un fotografo dell’Espresso durante una manifestazione neofascista al cimitero del Verano; l’anno scorso è stato condannato in primo grado. Ha subito numerosi Daspo, per non farlo entrare allo stadio. Attualmente è sotto regime di sorveglianza speciale, una condizione di controllo da parte delle forze dell’ordine che può essere applicata alle persone ritenute socialmente pericolose.

Tra gli arrestati c’è Luigi Aronica, 65 anni, conosciuto come Er pantera, ex appartenente ai Nar, quei Nuclei armati rivoluzionari accusati negli anni 70 e 80 di aver dato animato la stagione degli anni di piombo anche attraverso stragi e attentati. Aronica in particolare, fu condannato a 18 anni e 2 mesi nell’ambito del processo Nar 1.

Poi c’è Fabio Corradetti, 20 anni ma già in ascesa nell’ala romana di Forza Nuova, per ora ancora conosciuto come il “figlioccio di Castellino”. Un paio di anni fa, in occasione dei suoi 18 anni, fu sorpreso insieme a un altro gruppo di coetanei a lanciare sassi contro una pattuglia dei carabinieri nel quartiere Valle Aurelia. È stato condannato.

Poi c’è Biagio Passaro, il leader del movimento IoApro, l’associazione dei ristoratori più intransigenti che vorrebbero aprire tutto perché, dicono, stanno perdendo troppi soldi. Infine c’è l’organizzatrice della manifestazione Pamela Testa: basta scorrere il suo Facebook per vedere quanto ami Fiore e Castellino.

Ora, cara Giorgia Meloni, è chiara la matrice?

Buon lunedì.

 

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.