Saper scrivere aiuta a essere cittadini e non sudditi. La scrittura è uno strumento di conoscenza imprescindibile dicono Giulio Ferroni, Franco Lorenzoni, Massimo Baldacci e Paolo Di Paolo. Anche per questo non va eliminata la prova scritta all’esame di Stato

La scrittura aiuta a indagare il mondo e se stessi. È uno strumento potente che tutti dovrebbero avere la possibilità di sperimentare nella vita. Così, la richiesta di eliminazione delle prove scritte all’esame di Stato 2022, l’oggetto della petizione lanciata da un gruppo di studenti su Change.org, ha avuto il merito di riportare l’attenzione sulla capacità delle persone di potersi esprimere liberamente e consapevolmente attraverso lo scrivere. Ma non solo. Quella petizione è stata l’occasione per riflettere sui problemi dell’apprendimento, sulle diseguaglianze sociali, sul ruolo della scuola, da anni sotto attacco, in un mondo interconnesso e complesso, sul significato dell’esame di Stato, sul peso della pandemia. In attesa di conoscere le decisioni del ministro Bianchi sulle modalità delle prove finali, ecco i commenti, le impressioni, i racconti di docenti universitari, maestri e scrittori.

Giulio Ferroni
«Cancellando le prove scritte credo che ci sia uno svuotamento di senso di quello che ufficialmente si chiama esame di Stato ma che tutti siamo abituati a…

* L’illustrazione è di Chiara Melchionna


L’articolo prosegue su Left del 5-11 novembre 2021

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SOMMARIO

Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.