Il governo Draghi non è davvero interessato a riequilibrare il sistema pensionistico e dare un futuro lavorativo agli under 35, osserva Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil con delega alle politiche previdenziali. Non a caso si va verso una restaurazione del metodo Fornero

«Chiediamo un tavolo sulle pensioni da quando il governo Draghi si è insediato. Anche alla luce dei cambiamenti demografici e delle nuove condizioni del mondo del lavoro rispetto a dieci anni fa, cioè all’epoca dell’introduzione della legge Fornero. Invece, hanno totalmente ignorato il tema, compreso il ministro Orlando, dimostrando un’indisponibilità al confronto e sottovalutando, a nostro giudizio, gravemente il problema». Non usa giri di parole Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil con delega alle politiche previdenziali, nel descrivere lo stato delle cose  riguardo alla previdenza dopo l’incontro del 26 ottobre fra Mario Draghi e i sindacati, convocati per discutere la manovra di bilancio. «Il governo non vuole realmente confrontarsi con i sindacati» osserva Ghiselli. Da quel giorno il clima fra parti sociali e governo è diventato particolarmente teso. Come si ricorderà Draghi a un certo punto ha abbandonato improvvisamente e anzitempo il tavolo. Ma non è certamente questo che ha costretto le principali sigle sindacali ad avviare un percorso di mobilitazione, quanto piuttosto quel che si sta delineando in tema di pensioni. L’ex governatore della Banca d’Italia ha promesso il ritorno alla “normalità” con l’effettiva reintroduzione della riforma Fornero, dopo la breve parentesi di Quota 100, misura identitaria del partito di Salvini. E a seguito dello strappo, ha provato a inviare segnali distensivi, comunicando la disponibilità al confronto nelle prossime settimane e inserendo un sistema definito a scalini, con la quota 102 per il 2022 che permetterà di andare in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni di età e la quota 104 per l’anno successivo che alzerebbe l’età pensionabile a 65 anni. Misure comunque inaccettabili per i sindacati confederali.

«Abbiamo stimato – precisa Ghiselli – che quota 102 impatterà, nel suo anno di attivazione, su meno di…


L’articolo prosegue su Left del 5-11 novembre 2021

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