Appello urgente del Premio Nobel della Pace Adolfo Pérez Esquivel Ai popoli del mondo, alle organizzazioni sociali, ai sindacati, alle università, ai giornalisti, ai mezzi d’informazione, ai governi democratici e alle donne e agli uomini di buona volontà che si impegnano per la libertà e i diritti dei popoli. La vita di Julian Assange è in pericolo. Il governo degli Stati Uniti continua a perseguirlo per aver pubblicato documenti che denunciano le atrocità che questo governo ha commesso e continua a commettere nel mondo: violenze, invasioni, colpi di Stato, uccisioni e torture, persecuzioni a Paesi che professano ideologie diverse, embarghi economici. Tutto questo rimane nell’impunità giuridica e sociale. Gli Stati Uniti continuano a disconoscere lo stato di diritto e violano i diritti umani e quelli dei popoli. Chiedono l’estradizione di Julian Assange. Lì rischia una condanna di 175 anni di carcere e questo solo per aver pubblicato queste atrocità. Dopo 6 anni di rifugio politico presso l’ambasciata del Ecuador a Londra è stato consegnato alla polizia britannica. Da allora si trova rinchiuso in una prigione di massima sicurezza. Ora la Corte Britannica ha deciso di estradarlo negli Stati Uniti. Ciò significa condannare a morte un difensore della libertà d’informazione e costituisce una grave minaccia per la libertà di stampa. Chiediamo alla Corte Britannica di rivedere la propria sentenza e di liberare Julian Assange. Tra i firmatari italiani: Vincenzo Vita, Moni Ovadia, Lucio Manisco, Raul Mordenti, Maurizio Acerbo, Francesca Fornario, Citto Maselli, Angelo D’Orsi, Luigi De Magistris, Vittorio Agnoletto, Massimo Dapporto, Beppe Giulietti, Fiorella Mannoia, Loredana Minà, Gianni Minà, Giovanni Russo Spena, Barbara Spinelli, Luigi Ferrajoli, Maurizio Falli, Raniero La Valle, Eleonora Vittori, Armando Spataro, Stefano Galieni [su_divider style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]
L'appello è stato pubblicato su Left del 24 dicembre - 6 gennaio 2022
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Appello urgente del Premio Nobel della Pace Adolfo Pérez Esquivel

Ai popoli del mondo, alle organizzazioni sociali, ai sindacati, alle università, ai giornalisti, ai mezzi d’informazione, ai governi democratici e alle donne e agli uomini di buona volontà che si impegnano per la libertà e i diritti dei popoli. La vita di Julian Assange è in pericolo. Il governo degli Stati Uniti continua a perseguirlo per aver pubblicato documenti che denunciano le atrocità che questo governo ha commesso e continua a commettere nel mondo: violenze, invasioni, colpi di Stato, uccisioni e torture, persecuzioni a Paesi che professano ideologie diverse, embarghi economici. Tutto questo rimane nell’impunità giuridica e sociale. Gli Stati Uniti continuano a disconoscere lo stato di diritto e violano i diritti umani e quelli dei popoli.
Chiedono l’estradizione di Julian Assange. Lì rischia una condanna di 175 anni di carcere e questo solo per aver pubblicato queste atrocità.
Dopo 6 anni di rifugio politico presso l’ambasciata del Ecuador a Londra è stato consegnato alla polizia britannica. Da allora si trova rinchiuso in una prigione di massima sicurezza. Ora la Corte Britannica ha deciso di estradarlo negli Stati Uniti. Ciò significa condannare a morte un difensore della libertà d’informazione e costituisce una grave minaccia per la libertà di stampa. Chiediamo alla Corte Britannica di rivedere la propria sentenza e di liberare Julian Assange.

Tra i firmatari italiani:
Vincenzo Vita, Moni Ovadia, Lucio Manisco, Raul Mordenti, Maurizio Acerbo, Francesca Fornario, Citto Maselli, Angelo D’Orsi, Luigi De Magistris, Vittorio Agnoletto, Massimo Dapporto, Beppe Giulietti, Fiorella Mannoia, Loredana Minà, Gianni Minà, Giovanni Russo Spena, Barbara Spinelli, Luigi Ferrajoli, Maurizio Falli, Raniero La Valle, Eleonora Vittori, Armando Spataro, Stefano Galieni


L’appello è stato pubblicato su Left del 24 dicembre – 6 gennaio 2022

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