Nel commentare l'inaccettabile violenza subita da alcune ragazze a Milano la notte di Capodanno, Chiara Valerio su Repubblica ci propina di nuovo una visione oltraggiosa della realtà umana annullando millenni di storia e decenni di ricerca psichiatrica

“Violenza del branco” titolano i giornali. E in particolare Repubblica con un agghiacciante editoriale di Chiara Valerio che parla dell’abuso di giovanissime in centro a Milano come fosse un fatto normale, dovuto, secondo la nota scrittrice e matematica, a “istinti maschili” “che debbono essere contenuti nella gabbia della ragione”. Come se fossimo ancora nel mondo di Hobbes: “homo homini lupus”. Come se tutti gli uomini fossero stupratori in nuce, per natura.

Lo ribadiamo è inaccettabile quello che è accaduto l’ultimo dell’anno nella capitale italiana della cultura e del business, la nostra città più europea. Ma per altre ragioni da quelle annoverate da Valerio. Perché pensiamo che ancora molto debba e possa essere fatto per vedere e riconoscere la violenza contro le donne, visibile e invisibile e per eradicarla.

Per fortuna, nonostante gli intollerabili appetiti berlusconiani riguardo al Colle, è tramontata da tempo – e per fortuna – la “Milano da bere”. Non siamo più all’epoca delle “cene eleganti” ad Arcore giocate sulla pelle di giovanissime escort, millantando che Ruby fosse la nipote di Mubarak (come sostenne anche l’attuale presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati!). Il fatto drammatico è che ancora oggi, purtroppo, nella Milano di Sala non si è riusciti a impedire che l’orrore di allora, quello delle Olgettine, si ripetesse.

Ma qual che ci inquieta è anche che questo doloroso episodio che umilia tutte le donne sia stato commentato così da una matematica e scrittrice donna, di fama progressista come Chiara Valerio.

L’incipit del suo pezzo già dice molto della sua visione dei bambini come torturatori di piccole bestiole, lei dice, non potendosi sfogare sui coetanei. Ecco il suo incredibile incipit trascritto paro paro: “I bambini staccano la coda alle lucertole perché non possono staccarsi le dita fra loro. E uccidono gli insetti perché non possono farlo fra loro… La tenerezza arriva probabilmente con la conoscenza… se arriva”. Ipse dixit.

Come se i bambini fossero tutti dei piccoli sadici che si divertono ad abusare di altri; come se i bambini fossero esserini non propriamente umani, che lo diventerebbero solo una volta acquisito l’uso della parola e della coscienza.

Il pensiero espresso da Chiara Valerio su Repubblica purtroppo non è nuovo: la pensava così anche Aristotele e molta parte della filosofia greca che considerava i bambini come una tavoletta di cera, da “educare” e plasmare con la violenza della pederastia come documenta in molti suoi libri una grande antichista come Eva Cantarella.

Parliamo di una società, quella dell’antica Grecia, come è noto, misogina, schiavista, e che annullava l’identità umana dei bambini. Chiara Valerio ci propina di nuovo quella visione oltraggiosa della realtà umana annullando millenni di storia e decenni di ricerca psicologica e psichiatrica. Non solo insulta e annulla i bambini indicandoli tout court come malati di mente da educare e ingabbiare in una militare griglia di educazione razionalista, ma cancella d’un colpo anche tutte le lotte millenarie delle donne contro il patriarcato. Facendosi forza di metastoriche e antiscientifiche affermazioni di Zoja arriva a dire: “Il mondo post patriarcale (per cui tanto abbiamo lottato, aggiungo io, ndr)  non è affatto post maschile. Casomai valorizza qualità pre-paterne del maschio. Quelle di lottatore contro i concorrenti di cacciatori di femmine”.

Siamo basiti di tanta violenza e ignoranza. Basta leggere il recente libro di una notissima studiosa del paleolitico come Patou-Mathis per rendersi conto di tanta insipienza: Un violento modello patriarcale non si era ancora strutturato nel paleolitico superiore, scrive la studiosa francese, ma era invece nella mente di quegli studiosi che crearono l’archetipo dell’uomo preistorico armato di clava, che trascina la donna per i capelli, bellicoso, campione di machismo e di stupro. Se stiamo ai reperti archeologici e alle rappresentazioni pittoriche del Paleolitico superiore non troviamo molte tracce di guerra. Piuttosto, come ipotizza la paleontologa Patou-Mathis ne La Preistoria è donna poiché nella preistoria gli esseri umani vivevano in piccoli gruppi, la collaborazione, lo scambio e l’aiuto reciproco era forse più importante per la sopravvivenza dell’aggressività e della competizione. Checché ne dica Chiara Valerio.

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Immagine in apertura tratta dal video pubblicato su YouTube dal media AlaNews