Bruxelles cerca di costringere Mosca a smettere di speculare sul prezzo del metano da cui dipende buona parte dell’energia dei 27 Paesi. Ma allo stesso tempo continua a puntare su questa fonte, e sul nucleare, sottraendo soldi pubblici allo sviluppo delle rinnovabili

Questo sabato in tanti territori si manifesta per chiedere scelte giuste ed efficaci in grado di fermare il cambiamento climatico. Iniziative promosse da un vasto arco associativo, a cominciare dalle tre associazioni ambientaliste, Legambiente, Greenpeace e Wwf. L’obiettivo è informare la cittadinanza che le decisioni che si stanno prendendo vanno nella direzione opposta a quelle che consentono veramente di tagliare buona parte delle emissioni che alterano il clima del pianeta: un nuovo modello energetico e di mobilità rinnovabili e un progetto di società a cui serve produrre poca energia per garantire una vita dignitosa a tutte e tutti.

Si disse alla conferenza dell’Onu di Glasgow che il clima che cambia è come una seconda pandemia che semina distruzione e morte quanto quella sanitaria. Si predica bene e si razzola male, visto che, dopo settimane di discussioni poco trasparenti, Ursula Von der Leyen e la maggioranza della Commissione che presiede hanno deciso a maggioranza che gas e nucleare sono fonti energetiche da usare perché utili alla transizione ecologica. Non li ha fermati né la critica argomentata di una commissione di autorevoli esperti né l’opposizione di sei Stati membri, fra cui la Spagna. Una fesseria scientifica, ma anche una truffa. Deciderlo vuol dire togliere soldi pubblici alle rinnovabili per darli a queste due fonti. Doppiamente truffaldino perché, oltre alle risorse pubbliche, si indirizzano sul gas e il nucleare anche gli investimenti privati, attratti dalle possibilità di guadagnare presto e tanto, contrariamente alle rinnovabili sottoposte a innumerevoli e lunghe pratiche burocratiche.

La mobilitazione del 12 febbraio è solo un punto di partenza a cui farne seguire altre, se nei quattro mesi che mancano alla sua approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo si vuole fermare la…


L’articolo prosegue su Left dell’11-16 febbraio 2022 

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