L’emergenza climatica e l’euforia per un futuro a emissioni zero fanno spesso passare in secondo piano un aspetto: la trasformazione energetica richiederà l’estrazione e lo sfruttamento di una massiccia quantità di metalli e minerali. A confermarlo è l’International energy agency, che nel report del 2021 affermava che «la domanda di questi minerali crescerà rapidamente con la transizione all’energia pulita». In questo processo il litio gioca un ruolo fondamentale sia nella produzione di batterie elettriche per il settore dell’automotive che per quello tecnologico.
Rispetto a dieci anni fa, la domanda di litio è cresciuta del 30% e si stima che nel 2040 arriverà al 90%. Anche il valore di mercato è aumentato spaventosamente, al punto che molti lo hanno definito “oro bianco” o “petrolio bianco”. Proprio come il petrolio, ingenti quantità si trovano in America Latina: il 63% delle riserve del mondo di questa risorsa preziosa si trova nel “triangolo del litio”, ovvero tra Bolivia, Cile e Argentina; mentre Perù e Messico ne possiedono quasi tre milioni di tonnellate. Si trova nei laghi salati a più di 5mila metri di altitudine in ecosistemi unici. I governi nazionali del Triangolo del litio vogliono muoversi in fretta per controllare l’estrazione e lo sfruttamento, sperando, con le entrate derivate, di superare la crisi economica esacerbata dalla pandemia.
Per quanto riguarda la Bolivia – che possiede 21 milioni di tonnellate – il processo di estrazione e industrializzazione del litio è affidato da più di dieci anni all’impresa statale Yacimientos de litio bolivianos. Secondo quanto affermato dal presidente in persona, Luis Arce, tra gli obiettivi dell’Agenda 2021-2025 di La Paz c’è quello di introdurre «una tecnologia di estrazione diretta del litio che [permetta] di innovare e accelerare la nostra inclusione nell’industria globale del litio». Sul piano del controllo, Arce sta agendo diversamente da Evo Morales: il nuovo presidente ha deciso di promulgare un bando per attrarre imprese private, boliviane e non, a cui affidare contratti di estrazione. Al momento sono state scelte otto imprese, provenienti da Usa, Cina, Russia e Argentina e che dovranno fare dei test pilota a livello tecnologico. I fattori che saranno analizzati riguardano il tasso di recupero dei minerali, l’impatto ambientale e il piano di protezione della comunità.
Ad aprile prossimo, sarà una commissione formata da tecnici dell’impresa statale Yacimientos de litio bolivianos a scegliere quali di queste imprese dovranno ricevere il contratto. Storia differente, invece, per l’Argentina: con 14,8 tonnellate di oro bianco a disposizione, i diritti di esplorazione e sfruttamento appartengono alle provincias, non al governo centrale. Tuttavia, Alberto Fernandez ha cercato di…
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